La protagonista Lina Siciliano durante le riprese
3 minuti per la letturaREGGIO CALABRIA – E’ durato poco più di ventiquattr’ore il divieto ai minori di 14 anni per la visione del film di Francesco Costabile “Una femmina”, da ieri nelle sale italiane dopo la partecipazione al festival di Berlino e l’annuncio del premi al Bif&st di Bari per gli attori Lina Siciliano e Fabrizio Ferracane.
La notizia che la limitazione era stata revocata era iniziata a circolare in un passaparola nella serata dell’attesa anteprima calabrese al cinema Citrigno di Cosenza, città natale del regista, e oggi è stata confermata in una nota ufficiale dalle società di produzione Tramp e O’Groove e da Medusa, distributore della pellicola, che avevano presentato un ricorso. Il divieto, caduto come una tegola alla vigilia dell’uscita nei cinema, era stato contestato dai produttori, che si erano detti sorpresi da «una decisione che limita la visione di un’opera che racconta le difficili e coraggiose scelte di donne che decidono di ribellarsi a organizzazioni criminali di stampo mafioso, una delle piaghe più terribili del nostro Paese».
Anche Costabile era intervenuto duramente, rivendicando la libera espressione dell’arte senza censure e definendo «immorale» condizionare la circolazione di temi come quelli del suo film, che parla di criminalità e abusi sulle donne. E appariva davvero incomprensibile quella classificazione per adulti, che non ha mai interessato pellicole sulla mafia e in particolare in questo caso, poiché nel film non si vedono scene cruente e l’atmosfera cupa è funzionale al racconto, certamente non gratuita e tanto meno dannosa per la psiche dei minori. La generale solidarietà attorno a quest’opera prima molto attesa soprattutto in Calabria ha convinto la commissione ministeriale a tornare sui suoi passi e rendere “Una femmina” visibile a tutti (tra coloro che lo avevano chiesto c’era stata anche l’associazione 100 Autori).
Il divieto ai minori è l’unico limite ammesso alle opere d’arte dopo la recente abolizione della censura cinematografica intesa come tagli o modifiche nelle scene dei film. Il decreto firmato da Dario Franceschini nell’aprile del 2021 ha istituito un nuovo tipo di giudizio, effettuato dalla commissione competente (composta da critici, sociologi e pedagogisti) in base a quanto suggerito dai produttori e distributori dei film sull’età adatta per il pubblico. L’autovalutazione viene di solito confermata dall’organismo ministeriale e in questi mesi sono stati rari i casi in cui non è avvenuto. I più clamorosi sono stati “La scuola cattolica” di Stefano Mordini, film sulla strage del Circeo tratto dal romanzo di Edoardo Albinati, e il pluricandidato agli Oscar “La fiera delle illusioni” di Guillermo Del Toro, colpevole di un fotogramma di nudo.
Uno dei criteri che attualmente giustificano l’apposizione di un divieto ai minori è il contenuto diseducativo, e in questo caso sembrava davvero un paradosso, poiché il film ispirato al libro “Fimmine ribelli” di Lirio Abbate è, al contrario, foriero di un forte messaggio di libertà e ribellione alla violenza, importante soprattutto per le giovani generazioni – infatti su questo ha fatto leva la sollecitazione del gruppo 100 Autori, che ha parlato di «diritto» degli under 14 ad assistere a questo film.
Adesso che la visione non ha vincoli anagrafici, ci si attende una buona affluenza di pubblico trasversale. Dai social Costabile ha commentato la revoca del divieto con un emozionato “grazie” a tutti coloro che hanno condiviso la protesta. E ora lancia un appello a «sostenere questo piccolo film e godere a pieno della sua forza in una sala cinematografica, in piena sicurezza. In questo momento difficile il cinema ha bisogno di condivisione e socialità».
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