2 minuti per la lettura
Caro bollette, imprese in ginocchio. «Il Rapporto presentato oggi conferma anche per la Campania alcuni preoccupanti trend nazionali: mi riferisco in particolare alla crisi di liquidità che caratterizza le Pmi italiane e alle criticità legate alla formazione e al capitale umano”. Lo ha detto Giovanni Baroni, presidente Piccola Industria Confindustria in occasione della presentazione del Rapporto Pmi Campania, organizzato dal Comitato Piccola Industria di Confindustria Campania.
“Le nostre aziende, soprattutto quelle piccole e medie, sono uscite profondamente indebitate dalla pandemia, devono far fronte alla fine delle moratorie e oggi gran parte della loro liquidità viene drenata dal caro-bollette». «Senza dimenticare che lo spread sta salendo e le imprese per finanziarsi dovranno sostenere costi più alti di quelli delle concorrenti europee. Ciò che serve, oggi più che mai, è rafforzare la struttura finanziaria delle Pmi, favorire il loro accesso a fonti finanziarie bancarie e alternative affinché possano sostenere investimenti, sviluppo e aggregazioni. Sul piano del capitale umano, invece, crediamo che l’asse portante sia la formazione, sia per chi ha già un’occupazione sia per i giovani che dovranno entrare nel mondo del lavoro. Siamo in una fase di grandi transizioni e, se sapremo governare questi processi con decisione e lungimiranza, potremo davvero cambiare il Paese», conclude Baroni.
Sulla stessa posizione i sindacati. “Il caro bollette è l’ennesimo duro colpo inferto ai lavoratori, alle aziende e alle famiglie irpine, una realtà già particolarmente provata dalla crisi economica e sanitaria del momento”. Queste le parole di Costantinos Vassiliadis, segretario provinciale dell’Ugl Avellino. “Anche le aziende sono in affanno: questi aumenti stanno anche aggravando una situazione che doveva essere frizzante, perché arrivano in prossimità del Pnrr con disponibilità di risorse fresche e investimenti”.
“Dopo l’aumento dei prezzi per i beni di prima necessità e alle problematiche legate al comparto sanitario campano, ora siamo difronte ad una nuova prova, l’ennesimo sacrificio, da dover superare. Di risposta gli stipendi, per chi ha la fortuna di percepirlo, restano invariati. Nelle tasche solo sacrifici e povertà. Il Governo non può restare inerme difronte a questa nuova emergenza che rischia di affossare definitivamente la crescita del Paese”. Sulla questione interviene anche Clemente Mastella:
“La Democrazia Cristiana è irripetibile, ma gli esempi di sensibilità umana e sociale di quelle stagioni vanno seguiti. Draghi sul caro energia non perda ulteriore tempo e copi quello che fece il governo Rumor nel 1973. Dopo la guerra del Kippur il prezzo del petrolio quadruplicò e la bolletta elettrica raddoppiò. In un mese il ministro Donat-Cattin definì la tariffa sociale dell’elettricità che riduceva il costo per chi aveva un contratto di 3kw e non superava i 180kw, sgravio che poi è rimasto in vigore fino al 2008”. Così Clemente Mastella, segretario nazionale di Noi Di Centro e sindaco di Benevento. “Si faccia subito e si introduca nuovamente la tariffa sociale, badando però anche al mondo produttivo”, conclude Mastella.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA