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Nel 2020 le Asl e gli ospedali hanno speso per l’acquisto dei farmaci 263 milioni in più rispetto al tetto massimo fissato; nei primi quattro mesi del 2021, 73 milioni oltre il budget. In 16 mesi circa 336 milioni, una somma che potrebbe servire a costruire quasi due ospedali.

Per ridurre gli sprechi, ieri la III commissione del Consiglio regionale ha approvato una proposta di legge, presentata dai consiglieri Fabiano Amati e Antonio Tutolo, con la quale si punta al contenimento della spesa farmaceutica ospedaliera. La proposta prevede, tra le altre cose, l’istituzione in tutte le Asl del servizio di monitoraggio dei costi per un controllo continuativo e, in caso di sforamento, il «licenziamento» del direttore generale. Per gli acquisti diretti dei farmaci il tetto massimo è pari al 6,69 per cento del fondo sanitario regionale, dunque per la Puglia nel 2020 parliamo di 529.125.306 euro. Le Asl hanno speso, invece, 792.933.887 euro, con uno scostamento di 263.808.582 euro.

Nei primi quattro mesi del 2021 l’andamento non è migliorato: la spesa per gli acquisti diretti di soli farmaci è stata di 275.580.948 euro, con uno scostamento di 73.896.415 euro. Un andazzo non più sostenibile. Da qui la proposta di legge: «Al fine di contenere la spesa farmaceutica diretta e convenzionata – si legge nel testo – nonché quella per l’approvvigionamento di gas medicali, tutte le aziende sanitarie e ospedaliere della Regione Puglia istituiscono il servizio di monitoraggio della spesa farmaceutica, affidando la responsabilità a dipendente idoneo sulla base della normativa vigente, finalizzato al controllo continuativo sull’andamento e all’adozione, di concerto con il direttore generale, di provvedimenti idonei a contenere eventuali sforamenti dei tetti di spesa in arco temporale non superiore al bimestre».

La Regione Puglia, sulla base dei dati forniti dai dirigenti delle Sezioni di competenza, viaggia in termini di risultati su due binari distinti: la spesa convenzionata ha registrato negli ultimi anni una graduale significativa riduzione; la spesa per gli acquisti diretti da parte delle Asl continua a sforare il tetto massimo stabilito. Se infatti tra gennaio e dicembre 2016 la spesa farmaceutica convenzionata in Puglia era stata di 640.734.857 euro, già nel 2017 è scesa a 612.716.734 euro, quindi con una riduzione in un solo anno di 28milioni di euro. Nel 2018 la riduzione è stata di 46.800.000 euro; nel 2019 di 6.500.000; nel 2020 di 16.900.000; nel periodo da gennaio ad aprile del 2021 è scesa ancora di 9.800.000 euro. Si tratta di 108milioni in quattro anni e mezzo.

Dall’altra parte, invece, le Asl hanno continuato a spendere troppo e ci sono ampi margini di risparmio. A dimostrazione dell’importanza di una oculata prescrizione dei farmaci vi è l’esempio di un medicinale utilizzato nel trattamento di leucemie e tumori gastro-intestinali: il costo di una confezione del farmaco brand è di 1599 euro. Il suo generico, sulla base della gara regionale, ha un prezzo di 19,80 euro.

«La presente proposta – è scritto nel testo – intende dunque introdurre nell’ordinamento regionale alcune disposizioni finalizzate al raggiungimento del risultato auspicato, stabilendo maggiore responsabilizzazione e quindi una più efficace reazione dell’amministrazione regionale al mancato raggiungimento degli obiettivi, a cominciare dalla decadenza per dettato di legge dall’incarico di direttore generale». La pdl ora andrà in Consiglio regionale.

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