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FABRIZIA (VV) – Era di origini calabresi il militare ucciso in Canada durante l’assalto al Parlamento. Nathan Cirillo, 24 anni, era originario di Fabrizia, nel Vibonese. Dal piccolo centro calabrese era partito il nonno, Anthony, che si era trasferito in Canada avviando un’attività commerciale.
Il giorno dopo la morte del militare, considerato un eroe in Canada, emerge tutto il dramma della sua storia. Nathan è stato tradito dal destino. Perché «amava l’esercito e diventare soldato era il suo sogno fin da bambino». Quella maledetta mattina di mercoledì il riservista Nathan Cirillo non doveva essere a Ottawa. Il militare italocanadese di 24 anni era di guardia al milite ignoto nel perimetro del complesso governativo noto come “Parliament Hill”, per compiere una rotazione di un mese. La posizione era stata creata sette anni fa, dopo che negli ultimi anni la struttura era stata danneggiata dai vandali.
Ieri mattina, Nathan era insieme ad un collega al War Memorial, dove vengono commemorati i caduti di guerra. Non si è accorto dell’assalitore, il 32enne Michael Zehaf-Bibeau, che ha aperto il fuoco davanti al Parlamento. I proiettili lo hanno colpito alle spalle. A nulla sono valsi i soccorsi e Nathan è morto in ospedale.
«Non aveva paura di nulla. Il suo sogno era di proteggere il suo Paese, ha sempre voluto essere un soldato, è stato perfino in Afghanistan», dice all’Ansa lo zio di Nathan, Jim Cirillo, 66 anni, trattenendo a stento le lacrime. «Il Canada e il mondo hanno perso davvero una persona speciale».
Nathan era nato ad Hamilton da Frank e Kathy Cirillo. Il padre e gli zii, compreso Jim, lavoravano al negozio di alimentari che il nonno del soldato, Anthony, aprì nella
cittadina appena emigrato dal piccolo paese di Fabrizia, nel comune di Vibo Valentia, in Calabria. I genitori di Nathan, che ha due sorelle, si separarono in maniera burrascosa quando lui era piccolo e il padre emigrò in Costarica.
«Lo abbiamo avvertito e si sta già organizzando per rientrare in Canada. Non sappiamo ancora quando si terranno i funerali, probabilmente nel fine settimana», dice ancora lo zio. E’ stato lui, insieme al padre di Nathan, a trasmettergli la passione per il calcio. I due fratelli, infatti, hanno fatto parte del team “Italo-Canadians”, una squadra di calcio semiprofessionistica canadese. «Iniziò a giocare da piccolo, ma negli anni si appassionò anche all’hockey (sport nazionale in Canada, ndr). E alla fine scelse quello».
Ma stare nell’esercito era quello che voleva fare. Una carriera divisa con un altro lavoro, quello del buttafuori in un locale di Hamilton. «Spesso si presentava al
lavoro con l’uniforme perché non faceva in tempo a cambiarsi tanto era dedito all’Arma», prosegue lo zio. Nonostante la sua giovane età, Nathan aveva un figlio di 5
anni, ora affidato alla nonna. «Non siamo ancora stati in grado di dirgli che il suo papà non c’è più. Ma al momento giusto saprà. Saprà che Nathan era già un uomo».
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