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Il porto di Cetraro

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CETRARO (CS) – Fondali sempre più insabbiati nel porto di Cetraro, al punto che i pescherecci non riescono più a prendere il largo per le operazioni di pesca. Una situazione che è diventata davvero insostenibile per la storica flotta peschereccia cetrarese, tra le più numerose della costa tirrenica cosentina, da cui traggono sostentamento circa 200 famiglie.

Il fondale, ormai ridotto a meno di un metro per il continuo accumulo di sabbia, costringe da tempo i pescherecci a limitare al minimo le uscite in mare aperto per il timore di rimanere incagliate nel fondale, ridotto a meno di un metro, in entrata e in uscita dalla darsena. Un fermo lavorativo forzato che penalizza, e non poco, il comparto pesca.

Dallo scorso luglio ad oggi, nessuna operazione di dragaggio del materiale litoide, è stata effettuata dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Ermanno Cennamo, nonostante le varie promesse di rapida soluzione, almeno temporaneamente, del problema.  L’ intervento tampone fatto lo scorso luglio grazie ai 166.000 euro forniti dal Flag è stato spazzato via alla prima mareggiata che ha riportato la sabbia esattamente dove era stata tolta. 

«Il porto è praticamente chiuso – dichiara il pescatore Valerio Piazza in rappresentanza dei pescatori di Cetraro – ormai siamo fermi in porto e rinunciamo ad uscire per evitare di rimanere bloccati nel fondale con le nostre barche. In questi mesi abbiamo preso il largo pochissime volte e questo ci danneggia a livello economico perché non possiamo portare avanti il nostro lavoro che è quello di cui viviamo. E se non lavoriamo non possiamo sostenere le nostre famiglie».

Eppure il sindaco Ermanno Cennamo, proprio su queste colonne alcuni giorni addietro aveva rassicurato i pescatori dicendo che: «Stiamo facendo pressioni sull’assessorato regionale ai Lavori pubblici affinché rientri nel progetto di ripascimento del litorale di Sangineto l’utilizzo di circa 45mila metri cubi di sabbia prelevata dall’imbocco del porto di Cetraro. Ma prima di questo intervento la sabbia dovrà essere analizzata per vedere se ci sono sostanze inquinanti. Con questo intervento potremo riportare alla normalità la sicurezza della navigazione, in entrata e in uscita dal porto, ad oggi compromessa dall’accumulo di sabbia sul fondale».

Una risposta sulla quale Valerio Piazza esprime forti perplessità: «Non capisco per quale motivo si debba portare la sabbia del porto di Cetraro a Sangineto. Forse perché il Comune ci guadagna? La sabbia tolta dal porto potrebbe essere riutilizzata a tutela del nostro litorale. Ci sono diversi posti dove poter buttare la sabbia, ad esempio per favorire il ripascimento davanti alla Colonia, oppure per Lampezia. Questa operazione consentirebbe al Comune di risparmiare per l’acquisto della sabbia da collocare per il ripascimento del litorale cetrarese». Al momento però è ancora tutto fermo. «Mi aspettavo una maggior collaborazione e vicinanza da parte dell’amministrazione comunale, ma ad oggi – conclude Valerio Piazza – nessuno ci ha convocati per sentire anche la nostra voce».

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