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«SIENA non potrebbe superare un ulteriore schiaffo». Il commento, recuperato dal quotidiano “La Nazione” di Pierluigi Sacco direttore di candidatura di Siena 2019 dopo la visita della commissione è tutto un programma anche se, questo il dubbio, con i progetti di Siena ha poco a che fare e molto di più invece con i recenti problemi che purtroppo la città ha avuto in chiave economica. Anche questo emerge dunque nella sfida in atto in queste ore per diventare la capitale della cultura. Per la serie la capitale non deve essere chi può fare di più, chi ha le potenzialità, la progettualità migliore ma chi ha più bisogno di questo titolo.
Detto che in tema di necessità, di bisogni, anche a Matera si potrebbe dire tanto ma non è questo, almeno così pensavamo, il punto vero della questione. Per cui sorprendono le parole di Sacco che rimescolano, o provano a farlo, il campo. “Nelle conversazioni informali il messaggio che mi è arrivato è: avete un grande potenziale, forse ce la potete fare anche senza il titolo”. “Noi gli abbiamo spiegato che vista la situazione della città e viste le tensioni – ha aggiunto Sacco – se non arrivasse il riconoscimento ma solo un generico apprezzamento per il progetto, si rischierebbe di dare adito a dinamiche che comprometterebbero tutto”. Il direttore di candidatura ha poi aggiunto che “la citta’ e’ talmente ferita e sfiduciata sulle sue possibilita’ che se arrivasse questo ulteriore schiaffo rischierebbe d’innescare una dinamica molto perversa”.
Infine Sacco nel corso della visita si è detto «ragionevolmente ottimista». «Sicuramente ci sono operazioni di lobbying politica molto chiare e visibili ma dire che tutto è già stato deciso è esagerato – ha aggiunto Sacco rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano un commento su chi sostiene che la decisione in merito alla vincitrice tra le sei città finaliste sia già stata presa. – Abbiamo tutte le carte da giocarci».
Una serie di parole a sorpresa che spingono a delle domande su quali siano i criteri di selezione delle candidate. I progetti in campo? Le città? I dossier? Oppure potentati politici ed economici (lobbies come dice Sacco) che possano in qualche modo condizionare la scelta? Magari riesumando e ridando speranza a chi, come Siena, ha perso più tempo di altri nel lavorare per il progetto del 2019 visto che era in altre faccende affacendata. Le parole del direttore di Siena 2019 pongono più qualche interrogativo e lasciano più di un dubbio su come avverrà questa scelta. Oppure sono solo tattica. Un tentativo di cambiare un’inerzia che è quella sperata.

p.quarto@luedi.it

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