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MATERA – C’è chi ha chiesto di ospitare uno dei commissari per dimostrare che Matera è una città in cui si può tornare per trascorrerci la vita. Chi, invece, ha voluto far conoscere a tavola l’animo di una comunità e i suoi sapori passando attraverso i valori della famiglia. Il contatto con la città dei Sassi, che era già cominciato ieri mattina con la visita al panificio Perrone (di cui parliamo in un altro articolo in pagina, ndr.) è diventato concreto, amorevole proprio a tavola dove il percorso a 360 gradi è giunto nelle cinque famiglie materane che hanno raccontato la città fra ricette della tradizione e piatti di famiglia.
Mauro Padula con le sorelle Laura e Camilla ha presentato la candidatura per il pranzo “europeo” puntando sulla voglia di tornare nella città in cui sono nati dove il futuro, anche dopo il 2019, può offrire tanto.
Rebecca Riches (nella foto) ha ospitato in tutto 10 persone all’insegna della multietnicità. Oltre alla sua famiglia, con il marito e le due figlie, c‘è stata una coppia di amici materani, un’altra coppia, lei svedese lui italiano, infine una coppia, una sudafricana e l’altra londinese, che ha comprato casa a Irsina nell’ambito del progetto di turismo sostenibile. Rebecca ha motivato la sua disponibilità spiegando che la candidatura potrebbe portare una visibilità europea e internazionale in città, declinata all’insegna dello scambio. Una potenzialità positiva che può legare a un’altra cultura.
Anna Maria Colangelo responsabile dell’associazione Persone down di Matera ha spesso partecipato a tutti gli eventi con suo figlio Nicolò. Per questo i temi culturali l’hanno sempre vista partecipe. «I materani sono bravi nell’accoglienza – spiega. A casa sua sono stati ospiti il neuropsichiatra infantile Mangione, Simona Guarini, Marta Ragozzino e una ospite che ha parlato delle tradizioni nei Sassi».
A casa Di Cuiaerano 15. I componenti della famiglia erano già 12 ai quali oltre al commissario si è aggiunta una coppia. Per candidarsi a preparare il pranzo, Ennio Di Cuia aveva spiegato perchè condivideva gli obiettivi della sfida.
Maria Bruna Malcangi, 26 anni, appassionata di viaggi, ama la sua città e ha ospitato a pranzo 11 persone. Sei i componenti della famiglia e altri cinque invitati, tra cui il commissario Jordi Pardo, un componente del gruppo Unmonastery e Pietro Laureano. «Ho descritto la mia famiglia – spiega ricordando la motivazione per il bando – che è particolare: mio fratello suona, mio padre è tecnico di pianoforti io sono studentessa internazionale ma ogni anno ho bisogno di un po’ di tempo per viaggiare. Ad agosto per un mese sono stata in centro Europa».
a.ciervo@luedi.it
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