Un sequestro di beni (foto d'archivio)
2 minuti per la letturaCITTANOVA (REGGIO CALABRIA) – Ha un valore complessivo di 6 milioni di euro il sequestro di beni effettuato oggi dalla Direzione Investigativa Antimafia, su disposizione del Tribunale di Reggio Calabria, nei confronti di Antonio Pronestì, detto “Antonello”, imprenditore di 59 anni, coinvolto nell’inchiesta «Alchemia» che nel che nel luglio 2016 aveva portato all’arresto di 40 soggetti affiliati e contigui alla ‘ndrangheta. nel luglio 2020 Pronesti è stato assolto in primo grado dal Tribunale di Palmi al termine del processo che si è celebrato con il rito ordinario.
Era accusato di aver fatto parte della cosca Raso-Gullace-Albanese e avrebbe avuto il ruolo di «favorire – è scritto nel capo di imputazione – le attività imprenditoriali del sodalizio criminale».
Il sequestro, avvenuto in accoglimento della richiesta della Procura guidata da Giovanni Bombardieri, ha riguardato quote azionarie di otto società informatiche con sedi legali in Milano, Roma e Canton Ticino attive nel campo del settore delle scommesse e lotterie ed è giunto all’esito di approfondite indagini patrimoniali delegate al Centro Operativo Dia di Milano dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria nei confronti dell’intero nucleo familiare dell’imprenditore.
Le società interessate dal sequestro risultano capitalizzate complessivamente per oltre 6 milioni di euro e nell’ultimo biennio hanno conseguito volumi d’affari per oltre 15 milioni.
Ulteriori elementi a carico di Pronestì, che risulta in rapporti di parentela con Girolamo Raso “Mommo”, detto “il professore”, sono emersi dall’analisi svolta dalla Dia su numerose segnalazioni di operazioni finanziarie sospette che hanno messo in luce i collegamenti fra tre società di giochi e scommesse riconducibili all’indagato e alla criminalità organizzata.
La ricostruzione della situazione economico- finanziaria dell’intero nucleo familiare ha evidenziato che i beni sequestrati oggi dalla D.I.A sono stati acquistati, costituiti, capitalizzati ed alimentati in costanza di sperequazione rispetto ai redditi dichiarati. Nonostante l’assoluzione dall’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso, Pronestì risulta pregiudicato per furto, tentato furto, ricettazione, associazione a delinquere e resistenza a pubblico ufficiale.
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