X
<
>

Sergio Lepri

Share
1 minuto per la lettura

È morto Sergio Lepri. Direttore dell’Ansa dal 1962 al 1990, aveva 102 anni. Era nato a Firenze il 24 settembre 1919.

Laureato in filosofia all’Università di Firenze, aveva insegnato nelle scuole statali come professore di storia e filosofia. Al giornalismo era arrivato attraverso la stampa clandestina, cioè dopo aver diretto, nell’inverno 1943-1944, durante l’occupazione tedesca, l’organo clandestino del Partito Liberale ”L’ opinione”.

Giornalista professionista dal 1946, lavorò prima alla ”Nazione del popolo” di Firenze, poi al ”Mattino dell’Italia centrale”. Quando il quotidiano cambiò la sua testata in ”Giornale del mattino”, ne divenne redattore capo, non tralasciando l’attività di editorialista e inviato speciale, particolarmente all’estero.

Le sue inchieste negli Stati Uniti e nell’Unione Sovietica – che furono pubblicate anche dal ”Gazzettino” di Venezia e dal ”Mattino” di Napoli, oltre che da altri quotidiani di cui era abituale collaboratore- gli valsero rispettivamente il premio giornalistico nazionale ”Marzotto” (1953) e il Premio ”Saint Vincent” (1956).

Articoli, servizi e corrispondenze vennero pubblicate, inoltre, dal ”Mondo”, dall”’Illustrazione italiana” dal ”Messaggero” e da altre testate.

Dopo essere stato corrispondente da Parigi del ”Giornale del mattino” e di altri giornali (1956 e 1957) e capo dell’ufficio stampa della presidenza del Consiglio (1958 e 1959), nel 1960 Sergio Lepri entrò all’Ansa, massima agenzia italiana di informazioni e società cooperativa tra i quotidiani italiani. Dell’Ansa fu nominato condirettore responsabile nel gennaio 1961 e direttore responsabile nel gennaio 1962. 


La qualità dell'informazione è un bene assoluto, che richiede impegno, dedizione, sacrificio. Il Quotidiano del Sud è il prodotto di questo tipo di lavoro corale che ci assorbe ogni giorno con il massimo di passione e di competenza possibili.
Abbiamo un bene prezioso che difendiamo ogni giorno e che ogni giorno voi potete verificare. Questo bene prezioso si chiama libertà. Abbiamo una bandiera che non intendiamo ammainare. Questa bandiera è quella di un Mezzogiorno mai supino che reclama i diritti calpestati ma conosce e adempie ai suoi doveri.  
Contiamo su di voi per preservare questa voce libera che vuole essere la bandiera del Mezzogiorno. Che è la bandiera dell’Italia riunita.
ABBONATI AL QUOTIDIANO DEL SUD CLICCANDO QUI.

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE