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POTENZA – Su 177 impianti pubblicitari, sparsi in tutta Potenza, 107 violano le norme del codice della strada: 72 sono stati posizionati in prossimità di incroci, 18 a meno di 30 metri da un incrocio, 17 in curva, 8 sul ponte che collega Rione Francioso e Rione Lucania e 2 sotto il ponte Musmeci. L’amministrazione dopo dieci anni se n’è accorto e ora andranno rimossi.

E’ stato respinto il ricorso presentato dall’amministratore della Ispe srl, Michele Triano, contro il provvedimento con cui il dirigente dell’Ufficio impiantistica pubblicitaria del Comune capoluogo ha rinnovato l’autorizzazione soltanto per 60 dei 177 “stendardi” contati dalla Polizia municipale in giro per le strade cittadine.

La loro installazione risale a diversi anni addietro, poco dopo l’inizio delle attività della società che opera dal 2000. Ma il contenzioso con il Comune è iniziato solo nel 2010, quando la giunta ha cercato di mettere un freno al “cartello selvaggio”. Per questo prima ha approvato una moratoria sulle nuove autorizzazioni in attesa di cambiare il regolamento in materia, poi ha prorogato quelle già esistenti, ma soltanto per qualche mese, infine ha ridotto «la superficie pubblicitaria complessiva» e ha stabilito di assegnare «con “gare ad evidenza pubblica” le superfici, da adibire alle affissioni».

Perso il primo round con l’annullamento dei provvedimenti in questione a causa dei ricorsi presentati da Ispe e da una ditta concorrente, la palla è passata alla Polizia municipale che a fronte della richiesta di rinnovo triennale dell’autorizzazione per i 177 “stendardi” ha presentato un rapporto molto dettagliato su ognuno in cui venivano evidenziate una serie di violazioni del codice della strada.

A nulla è servito evidenziare «che il Comune di Potenza, avendo tollerato per oltre 10 anni il posizionamento degli impianti pubblicitari in questione» avesse concesso una deroga tacita alle regole. Per i giudici del Tar, fermi restando i limiti previsti dal codice della strada, le eventuali deroghe possono essere concesse solo per iscritto.

Questo sarebbe il caso degli impianti pubblitari che non rispettano la distanza minima di 30 metri da intersezioni e incroci, purché vengano «comunque, salvaguardate “le esigenze di sicurezza della circolazione stradale».

Mentre un divieto assoluto vige per quelli «installati “in corrispondenza delle intersezioni”, “lungo le curve”, “sui ponti e sottoponti non ferroviari”, “sui cavalcavia stradali e loro rampe”».

Per i giudici del Tar Basilicata «risulta evidente che in tali luoghi l’ubicazione di un impianto pubblicitario, anche se non di grandi dimensioni, può provocare un disturbo visivo ai conducenti di un veicolo, distraendone l’attenzione, con conseguente pericolo per la sicurezza della circolazione».

E quanto vale per le intersezioni, incroci, curve e ponti come quello tra Rione Francioso e Rione Lucania, vale anche «per le parti delle strade, site al di sotto di un ponte, cioè dei siti denominati “sottoponti” (…)  dove vi è scarsa luminosità». E’ il caso dei 2 “stendardi” piazzati su Viale del Basento sotto il ponte Musmeci.

«E’ ovvio – scrive il collegio presieduto da Michele Perrelli, consiglieri Giancarlo Pennetti e Pasquale Mastrantuono – che ad una distanza inferiore di 30 metri da un’intersezione e/o un incrocio il conducente di un veicolo deve osservare la massima attenzione, perché una qualsiasi disattenzione, come quella causata dalla visione di un impianto pubblicitario, può provocare un incidente».

Una sola concessione è stata riconosciuta alla Ispe «tenuto conto della circostanza che il Comune di Potenza ha riscontrato soltanto dopo 10 anni la violazione» di quelle regole del codice della strada. Almeno le spese legali andranno compensate. Ma quegli impianti adesso andranno rimossi tutti.

l.amato@luedi.it

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