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Un tampone

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COSENZA – In Calabria il Covid non molla la presa, ancora ricoveri in area medica e dodici decessi nell’arco di ventiquattro ore. La pressione sugli ospedali è ormai al limite, il tasso di occupazione dei posti letto in area medica è al 43%, tredici punti in più rispetto al dato nazionale e ormai stabilmente sopra la soglia della zona rossa. Su 1045 letti destinati a degenza Covid 446 sono occupati da pazienti.

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In calo invece i ricoveri in terapia intensiva, con la percentuale di occupazione dei posti letto al 17%. L’unica strategia possibile è quella che dovrebbe partire in questa settimana, con l’avvio di dimissioni controllati di pazienti positivi da curare attraverso il progetto di telemedicina presentato alla fine della settimana scorsa.

Nel frattempo si insiste con la richiesta di “ricalcolo” dei casi Covid entrati in ospedale, depennando gli asintomatici e i positivi rilevati prima di un ricovero per altre motivazioni. Ma i numeri, visto anche il boom incontrollato di tamponi tra farmacie e cliniche private, con prezzi che variano dai dieci euro per i kit fai da te ai 15-20 per i test rapidi fino ai 60-100 euro per un tampone molecolare, continuano a salire.

Sono 2.834 i nuovi positivi con 12.408 tamponi processati e il tasso che dal 18,05 sale al 22,84%. Dicevamo ancora su i ricoveri +8 (446) mentre scendono di due unità quelli in terapia intensiva (33). I guariti sono 109.519 (+1.592), gli attualmente positivi 38.362 (+1.230) e gli isolati 37.883 (+1.224). Con i dodici morti di ieri si arriva a 1.743 persone che hanno perso la vita dall’inizio dell’epidemia.

Ma i dati giornalieri restano comunque falsati per difetto, ci sono migliaia di casi ancora non notificati e persone in attesa di ordinanza di quarantena o di tampone finalmente negativo. Le situazioni di questo tipo sono ormai in ogni provincia e la recente ordinanza della Regione sulla gestione delle notifiche, che autorizza un semplice test rapido per poter uscire dalla quarantena in caso di risultato negativo, non sta aiutando. I medici di base infatti non riescono a seguire l’ondata di nuovi casi, mentre le Asp viaggiano a rilento anche per mancanza di personale. I mezzo ci sono centinaia di persone che scelgono di non denunciare la propria condizione o nascondono apertamente eventuali contatti stretti nelle ultime settimane.

Una situazione che aggrava ulteriormente il quadro anche sul fronte ospedaliero. Solo ieri l’Asp di Cosenza ha preparato un avviso per reclutare nuovo personale nelle Usca. Ma nel frattempo sul territorio l’emergenza è ormai consolidata. L’ultima segnalazione ci arriva dal comune di Montalto dove una donna, positiva al tampone dal 4 gennaio scorso, ha ricevuto notifica di quarantena da parte dell’amministrazione comunale soltanto ieri.

«Da giovedì scorso invece sto aspettando l’esito del tampone effettuato dall’Asp – racconta – mi è stato detto che se non arriva nessuna notifica il risultato è negativo». Una situazione che si ripete, anche durante la prima ondata le Asp avevano messo in piedi questo metodo discutibile per mancanza di personale.

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