Una recente iniziativa contro la chiusura di piazza Rodotà
2 minuti per la letturaCOSENZA – Cancellare un’area pedonale, nello specifico la piazza “Stefano Rodotà” ubicata a Cosenza fra gli Istituti “Plastina-Pizzuti” e “Zumbini”, rappresenta una scelta culturalmente arretrata che mortifica la visione “pedonecentrica” a cui ogni agglomerato urbano dovrebbe mirare. Riammettere le automobili in “un’isola” pavimentata è come sopprimere una riserva marina per far passare i motoscafi.
La decisione del Sindaco Caruso scaturisce, per sua stessa ammissione, da un impegno assunto in campagna elettorale. Tuttavia, tale motivazione contiene un elemento che non si può trascurare: gli elettori del Sindaco non corrispondono a tutti i cittadini chiamati alle urne né alla somma dei residente in città.
I numeri parlano chiaro. Al secondo turno di ballottaggio i votanti di entrambi i contendenti sono stati 25558 a fronte di 57158 elettori su una popolazione di circa 65000 abitanti. Decidere di soddisfare un desiderio della minoranza (gli elettori del Sindaco Caruso) senza consultare la maggioranza (i tantissimi che non hanno espresso alcun voto) presta il fianco a una lettura populista ed erroneamente metonimica dello scranno democraticamente conquistato, che consiste nell’attribuzione a una parte di cittadinanza – rispettabile ma minoritaria – la rappresentanza di tutti.
Ovviamente le cose non funzionano in questo modo poiché chi non vota o tace quasi mai acconsente. In un’epoca in cui l’Europa invoglia l’utilizzo di bici, monopattini, carrozzelle e sprona gli enti locali a costruire rotatorie di seconda generazione, Cosenza pare muoversi in controtendenza. L’auspicio è che il Sindaco Caruso, la giunta e la maggioranza consiliare, mantengano in vita piazza Stefano Rodotà.
Viceversa, se proprio si vuole portare a termine quel proposito elettorale, si organizzi un referendum popolare tramite il quale far emergere il parere dell’intera cittadinanza. Siamo sicuri che il primo cittadino e il m5s che lo sostiene e che da sempre promuove l’affermazione della democrazia diretta, saranno ben lieti di verificare in prima persona se l’orientamento dei 14413 elettori del Sindaco Caruso coincida o meno con quello dei rimanenti 42745 concittadini che hanno votato altri o non hanno votato affatto.
di GIORGIO LO FEUDO
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aprire al traffico parte della piazza significa migliorare la viabilita e diminuire l’inquinamento prodotto dalle vetture costrette a rimanere ferme per gli ingorghi che l’attuale sistema viario produce .Aprire parzialmente la piazza al traffico significa rispondere ad un interesse collettivo contro l’interesse di pochi che sarebbe comunque mantenuto dalla parte non interessata dal transito veicolare. I contrari fanno solo demagogia ,probabilmente incitati da chi la piazza l’ha chiusa…