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VIBO VALENTIA – «Solo qui a Vibo Valentia possono accadere cose del genere». È letteralmente infuriato il tono di M. R., un commerciante del centro che, riguardo alla totale carenza d’acqua di questi giorni (dovuta ad una frana in zona Alaco), punta il dito su un particolare che finora è sfuggito alla maggior parte dei cittadini, anche a coloro che sui social e sulla stampa hanno rilasciato dichiarazioni di fuoco.

Qual è dunque questa “perla”? Presto detto: «Mancando l’acqua della condotta comunale, noi tutti siamo costretti a rifornirci tramite autobotti private. Per un carico di mille litri dobbiamo pagare anche 100 euro. E allora riflettiamo un momento: quest’acqua viene scaricata nelle autoclavi da dove poi s’immette nelle condotte delle singole abitazioni. Il fatto è che i contatori idrici sono posizionati a valle dell’autoclave sicché quando uno apre il rubinetto di casa, la rotellina si mette a girare facendo indebitamente aumentare il consumo».

Insomma, il contatore finisce per attestare il consumo di quell’acqua che la gente ha già pagato, «consumo che pertanto ci verrà tranquillamente conteggiato nella bolletta che poi il Comune ci manderà. Quest’acqua, dunque, noi siamo costretti a pagarla due volte: ai privati e a palazzo Razza. In sostanza, le condotte comunali sono vuote ma il Comune viene praticamente premiato, visto che incasserà ugualmente il tributo».

Un fatto che fa visibilmente imbufalire l’interessato che, pertanto, invita tutti a protestare con l’amministrazione comunale: «È vero che l’attuale carenza non è da imputare al Comune, la grossa la frana che all’Alaco ha rotto il tubo della condotta non è stata certo colpa dell’amministrazione, anche se c’è da dire che un Comune previdente si doterebbe di pozzi da tenere di scorta per simili emergenze. Resta il fatto che da alcuni giorni noi l’acqua la dobbiamo comprare e allora, anche se il guasto dovesse essere riparato rapidamente, come si spera, dobbiamo chiedere tutti a gran voce al sindaco Limardo di abbuonarci nella prossima bolletta almeno una parte dei soldi che, più o meno tutti, abbiamo pagato per le autobotti private. Infatti, non è accettabile, non è giusto pagare due volte per un servizio che, per altro, non c’è stato».

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Fabio Grandinetti

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