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MARATEA – È stato uno degli ultimi atti della giunta De Filippo, un colpo rapido e netto. Tutti, dalla Regione con annessi dipartimenti Ambiente e Infrastrutture, Ciclo dell’Acqua, Compatibilità Ambientale, la Soprintendenza, Autorità di Bacino, Mise, Asl e Provincia di Potenza hanno dato parere favorevole alla costruzione e alla messa in esercizio della centrale idroelettrica di Fiumicello. L’unico ente contrario è il Comune di Maratea.
Dicevamo del colpo di coda di De Filippo: è tutto in una deliberazione, la 1650 del 30 novembre del 2012. Lì si è deciso che la centrale poteva essere messa a regime. Insieme a De Filippo, in quella riunione di Giunta, c’erano Attilio Martorano, Vilma Mazzocco, l’attuale governatore Marcello Pittella e Vincenzo Viti. L’unica risultata assente era Rosa Mastrosimone. In questa delibera c’è già tutto, a partire dal fatto che l’intera centrale risulta posizionata a poco più di 73 metri sul livello del mare, a pochissima distanza dal lido Le Pergole. A proporre il tutto la Real Estate srl, con sede legale a San Giuliano Terme. la centrale dovrebbe avere una potenza nominale di 0,310 Megawatt sfruttando per intero il torrente Fiumicello. Dunque la centrale prende l’acqua del torrente, la utilizza per alimentare le turbine e poi la rigetta a mare, ad una quota di circa 6 metri sul livello del mare. Praticamente quasi sulla spiaggia.
In quella documentazione di novembre del 2012 c’è anche scritto che vista la natura dell’impianto non c’era bisogno di una Valutazione di Impatto Ambientale. Per non parlare del parere favorevole della Soprintendenza, nonostante Maratea si uno dei posti più vincolati in assoluto anche, paradossalmente, per il semplice cambio di una mattonella. Eppure per l’Ufficio di compatibilità ambientale è tutto ok, così come per l’Autorità di Bacino e via discorrendo. È arrivata persino l’autorizzazione paesaggistica. Dunque per la società Real Estate, rappresentata legalmente da Fabio Losa, c’erano tutti i presupposti legali per poter andare avanti con i lavori, peraltro definiti in quella determina “di pubblica utilità, indifferibili ed urgenti” nonostante il parere favorevole dell’ex amministrazione di Maratea guidata dal sindaco Di Trani. Oggi, con la ripresa dei lavori, si è comunque riaperta una ferita, a partire da quella colorazione biancastra delle acque del fiume dovuta ai lavori all’interno dell’alveo.
PRESCRIZIONI DISATTESE – In due verbali della conferenza dei servizi del 5 maggio del 2012 quelle prescrizioni sono messe nero su bianco. La prima, incredibilmente, è questa: “Osservare, in fase di realizzazione dell’impianto, tutte le “Misure di Mitigazione e attenuazione” previste dal Progetto e nella Relazione di screening necessarie ad evitare che vengano danneggiate, manomesse o comunque alterate le caratteristiche delle componenti ambientali caratterizzanti i luoghi circostanti quelli interessati dalla realizzazione”. Eppure dalle foto si vedono chiaramente diverse cose: ruspe che operano direttamente sull’alveo per la posa con azione diretta sulla boscaglia che circonda la località e con tanto di sradicamento degli alberi e le acque “colorate” di bianco per i lavori nell’alveo.
Le altre prescrizioni imposte dalla Regione parlano di “evitare di interessare zone naturali limitrofe a quella dell’area di intervento e porre in essere ogni misura di mitigazione possibile per prevenire qualsiasi impatto anche indiretto per contenere le emissioni di polveri e rumori”. Siamo sicuri che sia così? perché a giudicare dai cingolati sulla strada e dal grosso movimento di terra anche questa prescrizione non sembra essere messa in pratica.
LA REGIONE CI GUADAGNA – Lo dice chiaramente un passaggio pubblicato sul Bur 39 del primo novembre 2013. Il concessionario è tenuto al pagamento alla Regione di un canone annuo piuttosto irrisorio, soltanto 2mila 684 euro e 62 centesimi.
LA SOPRINTENDENZA – No problem, si può fare tutto, a patto che vengano realizzate tre cose: una “veletta in muratura lungo il perimetro della copertura”, una “centrale di produzione di forma regolare (sic)”, e “in tutte le aree dei lavori, opportuni interventi di mitigazione attraverso la messa a dimora di essenze autoctone di provenienza locale, garantendone l’attecchimento a fine lavori”. In pratica piantare nuove piante in modo da “coprire” la struttura e rendera il più possibile invisibile agli occhi dei turisti e dei residenti.
IL COMUNE CONTRARIO MA IGNORATO – A partecipare a quella conferenza dei servizi erano in pochissimi: uno di questi era l’assessore comunale Giovanni Limongi Rizzuti che non fece altro che confermare il parere negativo del Comune di Maratea espresso con una delibera di giunta comunale, la numero 96 del 13 settembre del 2010 per essere precisi. E c’erano dei punti chiarissimi: “L’allocazione dell’edificio della centrale – si legge nel parere negativo – a ridosso della spiaggia di Fiumicello, una delle spiagge più affollate di Maratea in vicinanza di strutture turistiche e ricettive tra le più antiche e ricercate della città”.
E ancora: “L’acqua che si riversa nel torrente Fiumicello, e quindi in mare, all’uscita dalla turbina assume, per effetto della centrifugazione, una colorazione biancastra (dato molto chiaro e rilevabile in altre centrali simili) con pregiudizio dell’effetto visivo per i fruitori della spiaggia di Fiumicello”. Altri punti riguardavano la detrazione delle acque dall’invaso del torrente, con eliminazione dell’equilibrio naturale dell’area attorno al torrente. Ma c’è un altro aspetto, che riguarda invece gli smottamenti: “La condotta, in un tratto del suo attraversamento della strada pubblica impatta con alcune opere di sostegno profonde realizzate dalla provincia di Potenza per scongiurare periodici smottamenti”.
Le soluzioni quali furono? Chiudere l’impianto dal primo giugno al primo ottobre, ovvero in piena stagione estiva. Sulla questione delle acque biancastre: nessuna risposta, in merito alla questione delle opere di sostegno sulla strada soggetta a smottamenti si è semplicemente pensato di modificare il tracciato delle tubature. E alla fine, nonostante il parere negativo, la proposta fu approvata.
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