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Un ricovero Covid a Catanzaro

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CATANZARO – Tutto pieno al Pugliese, quasi al Mater Domini, al via i ricoveri a Lamezia Terme. Un incremento significativo di ricoveri in due giorni – con un delta di 18 ricoveri in più rispetto a domenica – torna a rendere (dopo mesi) molto significativa la pressione sui reparti di Malattie Infettive degli ospedali della provincia di Catanzaro.

Sebbene dai numeri la situazione possa sembrare disperata, al momento non è ancora precipitata anche se si tratta di una fase molto seria, da monitorare e soprattutto diversa anche in base alle strutture.

ll’Ospedale Pugliese, ad esempio, al momento sono occupati 36 posti letto. L’Unità Operativa diretta dal dottor Cosco potrebbe fare affidamento in realtà su 35 posti letto. Da inizio pandemia però la scelta dell’Hub è stata quella di mettere in atto tutte le misure possibili per evitare di mandare pazienti a casa o di farli attendere a lungo finché si sblocchi qualche dimissione.

Anche stavolta è stato fatto così, come spiegato al Quotidiano del Sud dal commissario straordinario aziendale, Francesco Procopio. «La nostra idea – ha dichiarato – è come sempre quella di fare di tutto per non mandare via le persone. Abbiamo recuperato degli spazi e abbiamo ricoverato il paziente. È stata fondamentale anche la ricettività di Lamezia, che ha iniziato a ricoverare a pieno regime».

Nonostante questi numeri, come si diceva, la pressione è alta ma non c’è ancora da disperare. I dati parziali parlano infatti di una discreta rimanenza di disponibilità, in tutto il territorio provinciale, di ulteriori 14 posti letto, fra quelli attivi. In particolare, ciò è possibile anche grazie alla piena ricettività del Giovanni Paolo II di Lamezia Terme.

La struttura dell’Asp ha una potenzialità di 20 posti letto che già in primavera si erano dimostrati preziosi per sgravare la pressione sui due Hub. A ieri mattina, i pazienti Covid ospitati a Lamezia erano 14, con una rimanenza dunque di 6 posti letto. Gli altri posti disponibili sono invece al Policlinico Universitario “Mater Domini”, dove l’Unità diretta dal professor Carlo Torti ospitava ieri 22 pazienti sui 30 posti disponibili. In questo caso il problema è la dotazione del personale ma la buona notizia è che la Direzione Strategica aziendale lo sta per implementare in questi giorni.

Lo ha spiegato al Quotidiano proprio il professor Torti. «Viaggiamo ad un elevato numeri di ricoveri – ha dichiarato – e cerchiamo di dimettere il più possibile anche se le richieste sono continue. L’impegno in questa fase è massimo. Arrivano costanti telefonate dai pronto soccorso di altre province, in particolare da Reggio e da Crotone. Quando possiamo, accettiamo le richieste. In questi giorni darà i suoi frutti il bando pubblicato dalla direzione per l’assunzione di dirigenti medici a tempo determinato. Era un provvedimento essenziale che ci darà una mano perché al momento tra i dirigenti medici abbiamo solo 3 ospedalieri. Di questi, solo uno può fare la notte e quindi è difficile riuscire a rispondere positivamente a tutte le richieste da fuori provincia anche se facciamo il possibile. Il nuovo personale sarà vitale».

La narrazione di queste ore è lo specchio delle “controindicazioni” di Omicron. Negli ultimi 10 giorni a Catanzaro ci sono stati quasi 2.500 contagi. Numeri che normalmente nelle fasi più critiche si registravano nel doppio del tempo. Sarà quindi anche vero che Omicron è meno grave – come peraltro confermato dall’Iss nelle Faq in queste ore – e sarà anche vero che si riesce a dimettere con più velocità. Ma questa mole di contagi arriva giocoforza con più velocità a fragili e non vaccinati. E la pressione sugli ospedali sale. Ecco perché, ancora una volta, l’attenzione deve essere alta.

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