X
<
>

Share
2 minuti per la lettura

TRECCHINA – E’ una storia incredibile quella di Serafina Ferraro, classe 1924, residente a Trecchina dalla nascita.

La signora Serfina, infatti, all’età di 91 anni si ritrova senza la sua casa. Ma non da oggi: da sedici anni. E ieri, provocatoriamente, ha voluto dedicare a questo anniversario una bella torta con candelina annessa.

Una vita per la scuola e nella scuola, quella di Serafina. Insegnante alla scuola materna ha prestato la sua opera a Sant’Ilario di tella (negli anni 50), a Roccanova, Baragiano, Bella, Sant’Antonio Casalini, Paterno, Maratea, Trecchina. Tanti lunghi anni di insegnamento, molti dei quali fuori sede e in anni in cui muoversi in Basilicata non era facile, basti pensare che la prima volta raggiunse la sede di Sant’Ilario di Atella sul dorso di un asino.

Dopo tanti anni di lavoro sperava di poter vivere in tranquillità la sua anzianità. Purtroppo il sisma del 9 settembre 1998 rese inagibile la sua abitazione.

«Ricordo ancora quando la sera del 9 settembre 1998 i Vigili del Fuoco insieme alla Polizia Municipale di Trecchina, con tanta gentilezza, mi accompagnarono fuori casa, aiutandomi a preparare poche cose da portar via con me oltre ai soldi e ai documenti personali. Uscii piangendo di casa con la speranza di poterci ritornare entro poco tempo. Lasciavo in quella casa i ricordi più belli, il mio matrimonio, la nascita di mio figlio (all’epoca i figli nascevano in casa con l’aiuto del medico e della Ostetrica)».

E invece, dopo 16 anni, la signora Serafina è ancora ospitata dal figlio.

«Adesso sono trascorsi 16 anni ed ancora non so quanto tempo ancora ci vorrà – racconta – per incomprensioni sulla contabilità di cantiere fra Direzione dei Lavori e Ditta appaltatrice i lavori sono stati sospesi ormai da anni e all’orizzonte vedo buio anche se i condomini hanno chiesto l’intervento di un CTU con la speranza di dipanare la matassa. Il problema é che io ho 91 anni, non so quando mi rimane da vivere ancora, ho una salute molto cagionevole, aggravatasi in questi ultimi anni. Al momento, non potendo vivere nella casa che ho in fitto (pago il fitto da 16 anni pur avendo una mia abitazione lasciatami da mio marito), mi sono trasferita a casa di mio figlio».

Ed infine una appello «Io, alla mia età, so che devo aspettare la mia ultima ora ed allora chiedo a chi può aiutarmi di farlo velocemente: voglio tornare a morire fra le mura della mia casa, due anni fa mi proibirono di fare uno sciopero della fame ma allora aiutatemi tornare a casa».

Nel frattempo ha voluto una torta per festeggiare protestando i 16 anni di permanenza fuori casa. Da oggi é attivo anche un gruppo “voglio tornare a casa” su Facebook.  

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE