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Franchino e Ida

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CASALI DEL MANCO (COSENZA) – Abbassa la saracinesca dopo 65 anni di attività il negozio di “zu Franchino” (Massimo Martire) e di sua moglie Ida Rota, aperto in quello che un tempo era il centro pulsante di Pedace. A darne l’annuncio è stata la figlia Anna Martire: “Grazie mamma e papà per tutto quello che avete fatto per noi figli e per la gente del nostro paese”.

Quello di Ida e Franchino, infatti, non era solo un negozio di alimentari ma un punto di riferimento per tutti i residenti. I due gestori hanno dato la possibilità a tante famiglie di Pedace di avere quotidianamente sulle proprie tavole un pezzo di pane e di comprare facendo “credito” (utilizzando la famosa libretta) gli alimenti necessari al fabbisogno quotidiano, contribuendo alla storia e allo sviluppo del territorio.

“A Putiga e zu Franchinu”, così chiamata, era fondamentale per gli operai (prevalentemente carbonai), che facevano la spesa prima di salire in montagna, e per i benestanti, che nel negozio trovavano prodotti sfiziosi da acquistare. Tra le novità introdotte: i formaggini al cioccolato, le prime caramelle, la pasta sfusa, la magnesia nei sacchi blu e i primi liquori.

Stando alle testimonianze, Franchino si riforniva a Cosenza perché fu tra i primi nel comune ad avere l’automobile. Tuttavia, l’uomo raggiungeva la città anche per soddisfare le esigenze dei suoi compaesani: spesso saliva a bordo chi doveva recarsi in ospedale o gli affidavano i figli più grandi che frequentavano la scuola nel Capoluogo bruzio.

La comunità un tempo era vista come una grande famiglia e si viveva di rapporti umani, di vicinato; i genitori dei bambini che giocavano nel quartiere sapevano che, tra un cliente e l’altro, il negoziante avrebbe vigilato sui loro figli. Ai piccoli “zu Franchino” regalava caramelle e «si faceva volere bene». Le botteghe nei piccoli centri avevano anche una funzione sociale.

La figlia spiega che annesso al negozio c’era un circolo Cral, un’attività del dopolavoro: un punto di ritrovo per gli abitanti di Pedace. All’interno si potevano gustare in compagnia panini succulenti accompagnati da un buon bicchiere di vino della cantina. Era stato introdotto il torneo di carte insieme ad altre attività ricreative in voga in quel momento. Persino la storica squadra di calcio di Pedace, dopo la vittoria, festeggiava lì.

Oltre all’intrattenimento, però, non mancava mai la discussione, il confronto; i comizi di Piazza Matteotti si concludevano sempre con una bevuta da “zu Franchinu”.

“Dal 1967 alla dedizione e al lavoro incessante di mio padre si è aggiunta quella di mia madre: il negozio è stato trasferito e ampliato assumendo le sembianze di un vero e proprio supermercato”, narra la figlia precisando come “chi entrava veniva accolto sempre con un sorriso e tanta gentilezza”.

I coniugi iniziarono a vendere anche saponi, giocattoli, biciclette, strumenti per i dolci, lo spago per le salsicce e il pepe rosso, il grano per preparare la tradizionale “cuccia”, i profumi, le calze, insomma articoli che non erano solo di prima necessità.

“I sacrifici erano enormi” ‒ racconta Gianluca Rota, uno dei cugini di Anna Martire ‒ “Mia zia spesso non poteva partecipare a ricorrenze importanti per tenere aperto il negozio e non diceva mai di no se le bussavano di domenica”. L’attività non si è mai fermata ed è sopravvissuta alla chiusura delle altre botteghe nel centro storico. Il negozio ha rappresentato “l’ultimo baluardo soprattutto per chi era impossibilitato a spostarsi nei centri più grandi”.

Rota aggiunge: “Chiedo all’attuale Organo di Governo del Comune di Casali del Manco di proporre, alle autorità competenti, il conferimento di un’Onorificenza per i miei zii”. Gli amministratori hanno accolto l’appello e nelle prossime ore si riuniranno per discuterne. “I miei genitori sono stati di sostegno a tante persone anziane sole, portando non solo la spesa a domicilio quotidianamente ma anche provvedendo a commissione di vario genere ( pagamento bollette, farmaci, etc)”, conclude la figlia.

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