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Il sindaco di Matera e presidente del Comitato Matera 2019, Salvatore Adduce, e Rossella Tarantino, project manager e responsabile delle relazioni istituzionali e internazionali del comitato, hanno depositato nella sede del ministero dei Beni culturali, il dossier di candidatura. Il documento è costituito da 120 pagine ed è diviso in 7 capitoli: i principi fondamentali, il Programma culturale, l’organizzazione e il finanziamento della manifestazione, le infrastrutture della città, La strategia di comunicazione, la valutazione e il monitoraggio dell’evento, ulteriori informazioni e un’appendice. Ogni capitolo si compone di diversi paragrafi ognuno dei quali risponde alle domande poste dalla commissione di valutazione. Lo slogan scelto è Open Future: “Matera 2019 sarà per noi un’opportunità per creare una cultura aperta, in tutte le sue molteplici declinazioni: aperta perché accessibile a tutti; aperta perché non oscurantista nei confronti dei pensieri e delle sensibilità; aperta perché disponibile al dialogo”. Diversi gli obiettivi individuati nel dossier: la cultura come propellente per pensare a un futuro aperto; rafforzare una cittadinanza culturale ampia, aperta e diversificata che sia parte attiva del programma culturale; incrementare il capitale relazionale e connettivo internazionale della città; importare un programma di capacity building a livello sistemico che riguardi gli operatori socio-culturali e la pubblica amministrazione della Basilicata; realizzare infrastrutture culturali utili, rilevanti e sostenibili; rafforzare la visibilità e il posizionamento turistico internazionale della città; Open Future: rafforzare la leadership di Matera nella scena “Open” del Mezzogiorno e dell’Europa. “Matera – afferma il direttore di Matera 2019, Paolo Verri – intende essere la piattaforma fisica e progettuale che rafforza le cooperazioni culturali del Sud Italia con il resto d’Europa. La metodologia del programma culturale prevede che ciascuno dei 15 progetti flagship, abbia sempre un triplice livello di coinvolgimento e di co-progettazione: il territorio locale, il Sud Italia e l’Europa”. Due sono i progetti centrali intorno a cui ruota tutta la programmazione culturale, l’Istituto demoetnoantropologico (I-Dea), luogo in cui arte e scienza si incontreranno a partire dagli archivi condivisi reperiti in regione, in Italia e in Europa, e l’Open Design school che a partire dal 2015 permetterà di creare una nuova generazione di designer con capacità e competenze necessarie a sviluppare localmente gran parte delle strutture e delle tecnologie indispensabili per realizzare il cartellone di Matera 2019. Intorno a questi due grandi iniziative ruotano i cento progetti previsti dal programma culturale di cui 50 sono già presenti nel dossier. L’investimento complessivo è di circa 50 milioni di euro, di cui 25 milioni di euro già in dotazione alla fondazione. “Fra le 6 città candidate Matera è l’unica ad aver già istituito una Fondazione con una dotazione finanziaria già approvata dalla Regione Basilicata e dal Comune di Matera. Perché vogliamo assicurare in questo modo la certezza che i progetti descritti nel dossier saranno realizzati con una struttura operativa già istituita”.
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