2 minuti per la lettura
COSENZA – «Abbiamo aperto un varco, ora le istituzioni ci devono aiutare». L’appello arriva dal luogotenente Cosimo Saponangelo, militare di lungo corso e di grande esperienza. Il riferimento è alle indagini che i carabinieri di Cosenza Principale hanno intensificato dopo la denuncia di un settantaduenne di Rende, ex vigilante, accusato di aver abusato sessualmente di due sorelline rom di 10 e 12 anni, residenti nel campo di Vaglio Lise. Si presume uno squallido giro di prostituzione minorile, gestito senza scrupoli dagli stessi genitori delle minorenni. Una storia venuta a galla pochi giorni fa. Il sospetto è che però intorno al campo rom da più tempo gravitino diverse persone pronte a pagare per soddisfare i loro desideri sessuali con le bambine.
Non saremmo dunque di fronte a un caso isolato. Le indagini non a caso hanno l’obiettivo non solo di risalire ai genitori delle piccole con le quali si è intrattenuto l’ex vigilante ma anche di venire a capo dei clienti che da anni ormai sarebbero soliti andare al campo, incontrare i genitori e prendere le loro figlie per portarle a casa o intrattenersi con loro in auto.
Da qui l’appello del luogotenente Saponangelo, rivolto ai servizi sociali del Comune di Cosenza, alle varie associazioni che si occupano dell’emergenza rom e anche a quelle religiose: «Dobbiamo evitare che altre bambine facciano la stessa fine. Abbiamo bisogno di collaborazione da parte di chi è vicino alla realtà rom e che forse può darci qualche indicazione per risalire agli sfruttatori e salvare queste bambine, senza scrupoli avviate al mondo della prostituzione».
Nel frattempo, e proprio a seguito della visione dei video e delle foto trovate in casa, si aggrava la posizione del settantaduenne di Rende, denunciato a piede libero per violenza sessuale e pornografia minorile. Nei filmati lo si vede intrattenersi non solo con le due sorelline ma anche con altre cinque minorenni, sempre di etnia rom. Si tratta di riprese e scatti a sfondo sessuale. Ogni volta l’uomo si sarebbe intrattenuto con una sola delle sette ragazzine. I rapporti si sarebbero consumati in casa dell’uomo o all’interno della propria auto, a pochi passi dal campo rom di Vaglio Lise. Campo nel quale l’anziano si sarebbe più volte recato per incontrare i genitori delle piccole, pagarli e quindi portarsi via per qualche ora le loro figlie, alle quali ogni tanto regalava dieci euro o la ricarica telefonica. Il grosso sarebbe andato ai genitori, i quali in alcuni casi avrebbero pure chiesto e ottenuto in prestito dal settantenne consistenti somme di denaro. Un giro di affari che, tra sfruttatori e clienti, conterebbe più persone.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA