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POTENZA – Passano da 3 a 8 i componenti del Nucleo regionale di valutazione e verifica degli investimenti pubblici.
Lo ha deciso la giunta regionale con una delibera che il 4 agosto è tornata sulla questione già affrontata a maggio quando era stato dato mandato di indire una selezione pubblica per scegliere 2 esperti nella «valutazione dei programmi e dei progetti pubblici» più un coordinatore.
Alla base ci sarebbe «l’esigenza di garantire che la funzione valutativa sia assicurata in forma stabile lungo l’arco temporale della programmazione 2014-2020, in ottemperanza ai Regolamenti comunitari e alla disciplina del Fondo sviluppo e coesione citati in epigrafe, a iniziare dall’obbligo di redazione del piano di valutazione».
Al momento la Regione Basilicata non disporrebbe ancora di «un nucleo di verifica e valutazione degli investimenti pubblici operativo» ma tra i suoi consulenti c’è chi si occupa proprio di questo come Riccardo Achilli, a cui a maggio è stato prorogato l’incarico di altri 4 mesi.
Dietro all’aumento del numero degli esperti richiesti ci sarebbe proprio l’obiettivo «di massimizzare il grado di utilizzo del costituendo nucleo di valutazione per l’effettuazione di tutte le attività valutative, di supporto alla programmazione, attuazione e verifica di piani, programmi e politiche di intervento legate al funzionamento della Regione evitando il ricorso a soggetti esterni conseguendo quindi un risparmio sulla spesa corrente del bilancio regionale».
La giunta spiega che la delibera di maggio, la stessa che ha prorogato il contratto di Achilli, prevedeva «il reclutamento mediante avviso pubblico di un nucleo di valutazione composta da due esperti più il coordinatore».
Ma quella previsione sarebbe «insufficiente» per almeno due ordini di motivi che suggeriscono «una composizione numerica maggiore».
Primo perché «alla luce dell’esame delle altre esperienze regionali e dell’esperienza del precedente nucleo valutazione le particolari esigenze di professionalità specialistiche di un nucleo di valutazione, per poter svolgere la propria attività all’interno di un ente dalle molteplici competenze e attività come la Regione, devono coprire un ampio spettro di competenze di tipo analitico, programmatorio, valutativo, progettuale e di ambiti settoriali (economico e finanziario, statistico, ambientale, tecnico-ingegneristico, giuridico, sociologico) e non possono essere soddisfatte soltanto da due esperti e un coordinatore».
Secondo perché andrebbero affidate al nucleo «tutte le attività valutative e di supporto alla programmazione dei 3 fondi strutturali (fondi europei gestiti dalla Regione, ndr), del Fsc e dei programmi finanziati con altre risorse nazionali e regionali senza ricorrere a soggetti esterni».
Nei prossimi giorni toccherà a Vito Marsico, direttore generale della presidenza della Giunta regionale, bandire l’avviso pubblico con il profilo dei 7 esperti e del coordinatore del nucleo.
Il loro stipendio sarà parametrato su quello dei dirigenti esterni della regione: per gli esperti «48mila euro lordi annui esclusi gli oneri a carico dell’amministratozione», che per il coordinatore diventano 58mila.
Rispetto a maggio la Giunta ha anche abolito la soglia di durata degli incarichi che era stata fissata in 24 mesi.
«Le attività valutative – spiega la delibera appena pubblicata nell’albo della Regione – sono a norma dei regolamenti sui fondi strutturali caratterizzate da un continuum temporale legato all’intero ciclo di attuazione (…) per cui una durata dell’incarico pari a solo 1 anni non prorogabili non consentirebbe di coprire l’intero fabbisogno (…) rischiando di non disporre del nucleo di valutazione in occasione di appuntamenti valutativi fondamentali, come ad esempio le valutazioni in itinere e di medio periodo».
l.amato@luedi.it
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