Il palazzo crollato a Matera nel 2014
1 minuto per la letturaIN nome del Popolo italiano io, Adele, sorella di Dina Antonella Favale, morta il famigerato giorno 11 gennaio 2014 nel crollo della palazzina di vico Piave a Matera, presento un ringraziamento sentito, speciale, azzardato al tribunale di Matera e alla Corte di Appello di Potenza per aver dichiarato la prescrizione per omicidio colposo a tutti gli imputati e a coloro che ne possono beneficiare.
Articolo 589 del Codice Penale. Omicidio colposo è il reato commesso da chi procura, non per intenzione, ma per colpa, la morte di qualcun altro. Chiunque cagiona per colpa la morte di una persona è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni.
Pene ridicole che servono solo a demotivare il nostro Paese. Vogliamo parlare della “prescrizione”? Una legge italiana sbagliata.
Dopo un determinato periodo di tempo intervengono i criteri giuridici di calcolo della prescrizione dei reati e lo Stato, senza la sentenza, rinuncia a punire il colpevole: nel caso specifico, sette anni e mezzo.
Quindi l’autore di un reato, come l’omicidio colposo, sarà dichiarato prosciolto per estinzione del reato. Lo Stato è difensore degli imputati. Antonella Favale non ha avuto giustizia. È morta per colpa di chi? Chi sono coloro che pagheranno?
Ci hanno detto: «Aspettiamo! Lo Stato ci tutela! Farà giustizia! È dalla nostra parte! Non ci può lasciare definitivamente! Non ci abbandona!»
Alla fine di tutto ciò, nessuno farà i conti con la giustizia, gli imputati continueranno la loro quotidianità e normalità.
Noi, invece, parte debole e sconosciuta, che abbiamo subìto e continuiamo a subire ingiustizie, saremo solo una dimenticanza spiacevole.
Vogliate gradire i miei più cordiali e distinti saluti.
Adele Favale
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