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PICERNO – Quando stai per arrivare al distributore di metano nei pressi di Tito, verso Picerno, stenti a credere a quello che vedi, una enorme pala eolica che spunta dalla sommità della strada, prima ne vedi le eliche rotanti e poi tutto il resto. Sembra che nasca accanto al distributore, ma poi ti rendi conto che è solo un effetto ottico. Svolti a sinistra e vedi che sono quattro le pale, nei pressi di una azienda che produce salumi e di una bella abitazione con vetrate che permettono di godere dell’ampia vista di Picerno, di Satriano e di Savoia. Permetteva, per la verità. Quelle quattro pale, poste a distanza di circa 200 metri dal centro della casa, qualche cosa hanno cambiato, a partire dall’aprile 2013, quando nell’arco di una settimana hanno deciso di ergersi ad incontrastate dominatrici. Non è che di giorno la zona sia particolarmente rumorosa, tanto che arrivando nei pressi del cancello della casa ho potuto riconoscere il classico wom, wom, wom prodotto dalle pale. Immagino però che la notte, quando gli abitanti della casa, una coppia con figli e nipoti, tentano di godere della quiete della campagna, subiscano la stessa sorte che capita a tutti quelli che si ritrovano a dover convivere, loro malgrado, con queste strutture. Immagino anche quanto possa piacere a chi sta dietro quelle belle vetrate, magari a studiare, subire l’effetto dello Shadow Flickering, lo sfarfallio prodotto dall’alternarsi luce – ombra quando le pale si trovano fra il sole e la casa. Immagino pure che qualche problemino gli abitanti potrebbero averlo, d’inverno, in caso di distacco di frammenti di ghiaccio dalle eliche rotanti. Ho telefonato al Comune di Picerno per avere notizie in merito e mi hanno consigliato di chiamare dopo ferragosto, assicurandomi che quelle sono pale da 200 KW, non soggette ad autorizzazione unica regionale . Dopo ferragosto approfondiremo, dunque, ma resta il fatto che non può dirsi civiltà quella che consente a qualcuno di fare soldi a scapito del paesaggio, supremo Bene comune tutelato dall’articolo 9 della Costituzione italiana, e della salute e sicurezza di ignari abitanti. Ma come si fa a sostenere che queste opere siano di pubblica utilità e che lo sviluppo della nostra regione debba passare attraverso questi gingilli?
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