3 minuti per la lettura
FERRANDINA – La settimana più calda dell’estate ferrandinese è cominciata con i botti, e non si tratta di quelli preparati per la festa patronale (San Rocco, infatti, si celebra sabato 16 agosto), né della violenta scossa di terremoto avvertita martedì sera.
Lunedì mattina, il risveglio di molti cittadini è stato turbato dall’ennesima sorpresa riservata dal sindaco Saverio D’Amelio: gli alberi che facevano da cornice a piazza Plebiscito, cuore pulsante e nevralgico del paese, sono stati improvvisamente abbattuti, uno dopo l’altro.
Un lavoro certosino, cominciato alle prime luci dell’alba, che ha lasciato di stucco tanti commercianti e passanti.L’ennesimo colpo a effetto del primo cittadino, ha subito scatenato la protesta dei ferrandinesi su Facebook, come sempre termometro dell’umore generale.
La stragrande maggioranza dei post sono andati in direzione contraria a questa operazione di taglio selvaggio, che dovrebbe proseguire, nei prossimi giorni, in parte del corso Vittorio Emanuele II (circa una cinquantina di metri, dalla piazza fino al Circolo Zebra). Ma come si è arrivati a questa decisione? Il provvedimento è stato assunto con la delibera del 19 marzo 2014. Come D’Amelio stesso fa notare in un volantino, “la delibera fu preceduta da una lettera alla Soprintendenza ai Beni storici di Matera ed al Corpo Forestale”, e “non si sono registrate osservazioni di sorta, né da parte dei cittadini, meno che mai da parte dei consiglieri di minoranza”, considerato anche che il documento è stato sempre “a disposizione di tutti”. Nello stesso volantino, l’ex senatore rimanda ai mittenti le strumentalizzazioni e spiega anche le ragioni del taglio, tirando in ballo la stessa Soprintendenza, a quanto pare non entusiasta delle piante ubicate in piazza e lungo il corso, malate ed esteticamente non all’altezza delle bellezze architettoniche della città. Il loro taglio, quindi, oltre ad “assicurare uno sviluppo armonico al patrimonio urbanistico”, è il primo passo per una migliore sistemazione delle aree interessate, attraverso la scelta di piante compatibili, fiori e arredi che valorizzino palazzi, chiese e monumenti del centro storico. Poi c’è la questione delle radici, che sembra abbiano provocato seri danni alle condutture dell’acqua e ai muri dei locali (per lo più cantine) sottostanti la piazza. Tra i primi a muoversi per fare chiarezza sulla situazione è stato il consigliere di minoranza Camillo Rossi, che ha immediatamente protocollato una richiesta formale per ottenere copia di tutta la documentazione tecnica e amministrativa, in particolare quella in cui si prevede ed autorizza l’impegno di spesa. Lo stesso Rossi, poi, ha pubblicamente invitato il Pd locale ad unirsi in una raccolta firme da lui promossa, atta a chiedere le dimissioni di D’Amelio e della maggioranza: «Siamo di fronte ad un’amministrazione che non riesce ad interpretare il sentimento della maggior parte dei cittadini. Il sindaco è assente, non si prodiga per questa comunità e crede di poter vivere di rendita grazie al terremoto e all’industrializzazione in Valbasento. Per questo ho lanciato l’idea di una petizione popolare per mandarlo a casa».
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA