X
<
>

Share
1 minuto per la lettura

TORINO – Un episodio inquietante che colpisce un politico che con la sua denuncia ha contribuito all’inchiesta Minotauro contro la ‘ndrangheta in Piemonte. Aveva denunciato una vicenda che finì nella maxi inchiesta Minotauro della Procura di Torino sull’ndrangheta Pasquale Mazza, il consigliere comunale e segretario di Castellamonte (Torino) dato falsamente per morto su manifesti funebri affissi in tutta la città. In occasione di quella denuncia, due anni fa, l’auto della moglie andò a fuoco in piena notte. «Credo che si tratti di due episodi che non c’entrano l’uno con l’altro – afferma lui fiducioso – Allora avevo presentato da poco un libro-denuncia su una vicenda poi finita nell’inchiesta Minotauro sulla ‘ndrangheta». In ogni caso annuncia che appena tornerà a Castellamonte sporgerà denuncia «perché si perseguano i responsabili che infangano il nome del nostro paese». Non nasconde, però, la sua preoccupazione: «Ho saputo del manifesto dai vigili – racconta – e mia moglie, che ha risposto alla telefonata, li ha subito rassicurati sul fatto che ero vivo, stavo solo dormendo. Poi mi hanno detto che sul manifesto c’erano anche i nomi di mia moglie e mia figlia e mi sono preoccupato». Ripete che potrebbe trattarsi di una semplice ripicca da parte di qualche avversario politico. «Qualche giorno prima di partire per le vacanze – spiega – avevo protocollato una lettera anonima in cui si parlava dell’appalto di manutenzione di un torrente. Poi ne ho parlato in consiglio comunale il 24 luglio».

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE