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LA sua colpa? Quella di non avere il cognome giusto. E sì perché se il signor Mario Rossi – chiamiamolo così – si fosse chiamato Mario Pesarini avrebbe ottenuto quello che, in realtà, gli spetta di diritto, ovvero lavorare in ufficio invece che occuparsi delle pulizie all’interno del Comune di Potenza.
Mario Rossi, 60 anni, è, a causa di un incidente stradale, invalido da vent’anni e per la sua invalidità percepisce anche un assegno di modica entità.
Fino alla fine dello scorso giugno Mario Rossi, dipendente della cooperativa “Ariete” che con la “General service” aveva un contratto per il servizio di pulizia, custodia e vigilanza degli immobili comunali tra cui strutture sportive ed uffici, ha potuto godere dei benefici di legge per le persone invalide. Poi lo scorso 26 giugno – il sindaco Dario De Luca non si era ancora insediato ufficialmente – un “colpo di mano” ha sparigliato le carte in tavola. E così il signor Mario Rossi – ieri il figlio si è recato dai carabinieri per denunciare il tutto – dalla sera alla mattina è stato “costretto” a lasciare le sue precendenti mansioni per tornare a occuparsi di pulizie.
Un servizio che lui, a causa della sua invalidità, fa fatica a svolgere tanto è che a oggi è stato costretto a mettersi in malattia. E questo perché bisognava fare spazio alla figlia dell’ex assessore comunale alla Viabilità, Antonio Pesarini che oggi è consigliere del “Gruppo misto”. La “figlia di” Pesarini fa la hostess, ovvero si occupa di accogliere e fornire informazioni ai cittadini, nel Palazzo di Città. Una mansione che avrebbe potuto svolgere benissimo e tra l’altro a buon diritto il signor Mario Rossi. Ma così non è stato.
Per comprendere meglio la questione è necessario fare un passo indietro quando, lo scorso 26 giugno, viene inviata una missiva, firmata dal dirigente del Comune, Pompeo Laguardia, con la quale si informa la cooperativa “Ariete” dell’imminente scadenza contrattuale del servizio di pulizia, custodia e vigilanza degli immobili comunali tra cui strutture sportive ed uffici.
Poche righe per informare che l’amministrazione comunale ha aderito alla convenzione Consip per l’affidamento del servizio di “Facility management”.
E qui scatta anche un’anomalia. In un momento di “vacatio” e di ordinaria amministrazione – il sindaco De Luca ricordiamo lo scorso 26 giugno non si era ancora insediato – scatta il “colpo di mano”. “Colpo di mano” che poi ha avuto ripercussioni anche sul signor Mario Rossi che è stato penalizzato per fare posto alla figlia di Pesarini.
L’amministrazione, tra l’altro, anzichè bandire una gara partendo dai prezzi di aggiudicazione Consip (la società per azioni del ministero dell’Economia e delle finanze che lavora al servizio esclusivo della Pubblica amministrazione nellìambito dell’acquisto di beni e servizi) ha affidato il servizio di pulizia, custodia e vigilanza direttamente mediante convenzione Consip. Eppure la convenzione non può essere approvata dal Comune perchè riguarda la pulizia e manutenzione di piccoli ambienti (il cosiddetto “Facility management light”, che l’amministrazione cittadina non ha. La legge, infatti, è molto chiara in materia: laddove non è possibile applicare la convenzione Consip (e sarebbe questo il caso) si deve procedere mediante gara. Gara che non c’è stata e che ha, pertanto, impedito ad altre aziende di potere partecipare e magari aggiudicarsi l’appalto. Con la gara poi, oltre a garantire tutti i servizi dell’attuale bando, si possono garantire ribassi tali da determinare – per il Comune – notevoli risparmi. Due risultati in uno: garanzie di risparmio per il Comune e maggiori tutele per le maestranze con monte ore ed inquadramento. Con la convenzione Consip invece, il fornitore dei servizi (la società aggiudicatrice è la Rti Romeo Gestioni che ha attivato dallo scorso primo luglio i servizi per tramite della consociata “Facility”) non è tenuto a prestare le garanzie dovute. Tradotto: può ridurre il monte ore del personale o non avvalersi delle prestazioni. E così è stato visto che lo scorso 4 luglio sulla scrivania del sindaco De Luca è arrivata la prima grana sindacale del suo mandato amministrativo.
Grana che, guarda caso, riguardava proprio una serie di problemi nel cambio di appalto del servizio di pulizia e sorveglianza dei locali comunali.
Le segreterie regionali di Fisascat Cisl, Filcams Cgil e Uiltucs Uil hanno, infatti, contestato alla “Facility” di non aver rispettato il verbale di accordo siglato il 27 giugno scorso alla Direzione provinciale del lavoro.
Verbale che stabiliva il mantenimento dei livelli occupazionali.
A rischio, invece, sette posti di lavoro su circa un centinaio di addetti complessivi. Insomma un “colpo di mano” che ha leso i diritti del signor Mario Rossi, ha messo a rischio i posti di sette lavoratori ma ha favorito l’impiego della figlia dell’ex assessore Pesarini.
Quando il cognome fa la differenza.
a.giammaria@luedi.it
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