Don Enzo De Ceglie parroco della chiesa degli Angeli Custodi di Trani
2 minuti per la letturaTRANI – L’amara sorpresa è stata il tentativo di entrare di nascosto, forzando la porta, di ragazzi che conosce. Il colpo in pieno volto che lo ha raggiunto per evitare che impedisse il gesto, forse ha fatto meno male a don Enzo De Ceglie, parroco della chiesa degli Angeli Custodi di Trani.
Il sacerdote potrebbe aver visto quello che stava accadendo mentre i suoi fedeli festeggiavano Santa Lucia e, per questo, di fatto ha disturbato i ragazzi che invece volevano entrare a tutti i costi in canonica.
Il rione nel quale si trova la chiesa è una grande famiglia che si ritrova proprio davanti alla chiesa, a pochi passi dai palazzi nel cuore del quartiere e per questo ha avvertito il disagio in modo ancora più profondo.
Il diretto interessato, però, tende a ridimensionare i fatti, a leggerli con lo sguardo dell’educatore e non del censore, tanto meno della vittima infatti pensa già a una riflessione successiva ai fatti, portata verso una ulteriore capacità di ascolto.
L’invito al confronto pacifico suona come una ulteriore lezione di vita in un territorio come la Bat che ha concluso la stagione estiva con una tragedia inaspettata e immeritata che ha spezzato la vita di un giovane di Barletta e che ha sfiorato solo per caso un’altra morte a poche settimane di distanza in una serata di musica e allegria. Episodi che hanno trasformato per sempre le abitudini di vita collettiva in questi luoghi.
C’è insomma una lezione che don Enzo lascia dopo questo brutto episodio non solo alla sua comunità ma idealmente a Barletta, Andria, Trani e a tutti quei luoghi nei quali la sopraffazione e la violenza sembrano essere l’unico linguaggio comprensibile.
A concludere idealmente queste brutte ore, sarebbe bello immaginare un incontro con i suoi aggressori, in privato.
Solo così, il lavoro che sacerdoti come don Enzo tentano di fare ogni giorno condurrebbe a una morale adatta a tutti, soprattutto ai ragazzi.
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