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Undici persone arrestate (sette sono in carcere e quattro ai domiciliari) e per altre sei obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, sequestro di 105 chili di semi di canapa e 13 grammi tra hascisc, marijuana e altre sostanze: sono alcuni dati dell’operazione «Araba fenice» della Guardia di Finanza, eseguita stamani a Potenza.
Le indagini – coordinate dal pm di Potenza, Gerardo Salvia, che ha chiesto e ottenuto le 17 ordinanze dal gip, MicheleTiziana Petrocelli – hanno stroncato «un lucroso e frenetico traffico» di droga – acquistata a Secondigliano e Scampia e rivenduta a Potenza – che ha fruttato agli arrestati circa 170 mila euro.
L’inchiesta, cominciata nel 2012, si basa anche su intercettazioni telefoniche di «numerose utenze»: la droga, dopo l’acquisto nelle due piazze di spaccio campane in media
quattro volte alla settimana, veniva rivenduta a Potenza. Ognuno degli arrestati aveva un compito da svolgere, dopo che la «comitiva» (un gruppo sempre uguale) aveva acquistato le sostanze. Al rione «Cocuzzo» di Potenza, ad esempio, un’intera famiglia composta da madre e due figli gestiva una «proficua attività di spaccio» di sostanza «da fumo» nella sua casa. Ma vi erano anche «pusher di seconda linea o di nicchia» o «di piazza o di prima linea»: in due mesi, gli indagati hanno trasportato a Potenza circa quattromila «cilindretti» di eroina e cocaina (ricavandone 140 mila euro), mentre l«oltremodo fiorente mercato del cosiddetto ‘fumò» ha fruttato circa 30 mila euro. La Guardia di Finanza ha in programma ora «accertamenti di natura patrimoniale» a carico degli indagati (due sono stati arrestati in collaborazione con la Polizia) per mettere in relazione la loro dichiarata capacità reddituale con «l’eventuale disponibilità di beni e utilità non giustificate».
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