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COSENZA – L’azienda ospedaliera assume. Non medici, o almeno non solo i medici (quei pochi, almeno, che hanno finora accettato i contratti proposti per ottemperare all’ordinanza del sindaco Occhiuto). Il 24 luglio, nell’ultimo giorno di pieni poteri del direttore generale Paolo Gangemi, il settore Risorse Umane ha adottato due determine per avviare le procedure di altrettanti concorsi pubblici, per titoli ed esami, per l’assunzione di 12 assistenti amministrativi e di 10 collaboratori amministrativi. 

 
Si assolve in entrambi i casi un obbligo di legge fin qui non rispettato, perché si copre la quota riservata in organico ai lavoratori diversamente abili. In realtà già nel 2009, completate le verifiche con la Provincia e il centro per l’impiego, l’azienda aveva iniziato una procedura analoga ma era stata poi fermata dai dubbi sul blocco del turn over. Assodato che, in questo caso, si può procedere in deroga, si era finito comunque per accantonare gli impegni prescritti dalla legge 68 del ‘99. 

 
L’iter riprende ora ma solleva, al tempo stesso, qualche dubbio. Non solo sull’opportunità o meno di avviare concorsi nel distratto mese di agosto e in un periodo piuttosto vicino alla campagna elettorale per le regionali. C’è chi fa notare che il direttore Gangemi, dal 25 luglio in prorogatio secondo la legge regionale 39 del ‘95, dovrebbe limitarsi alla sola ordinaria amministrazione. Le assunzioni, invece, sconfinano nello straordinario. Salvo che si tratti di provvedimenti contingibili e urgenti, come potrebbe essere l’assunzione di medici. 
 
L’azienda ospedaliera, con un dg dai poteri limitati, potrebbe non essere nelle condizioni dunque di adottare gli atti successivi all’espletamento del concorso. C’è da dire che queste assunzioni sono sì un atto dovuto, perché rispondono ad un obbligo di legge, ma lasciano margini di discrezionalità sui ruoli da individuare. Il prossimo direttore generale dell’azienda potrebbe valutare più utile assumere figure diverse dagli assistenti e dai collaboratori amministrativi. Ad esempio telefonisti, tecnici o anche addetti alla portineria. 
 
Pochi giorni fa, del resto, qualcuno si è introdotto in uno dei palazzi che ospita a via San Martino gli uffici dell’azienda e ha forzato un distributore di bevande. Non ci sono segni di scasso, per cui è probabile che qualche dipendente abbia lasciato incautamente la porta aperta e l’assenza di un portiere forse ha fatto il resto.
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