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POTENZA – Avrebbero voluto la questione Sider al centro dell’ultimo consiglio regionale, quello del 30 luglio scorso. Avrebbero voluto maggiore attenzione sulla difficile situazione che sta interessando i 253 lavoratori del gruppo “Ferriere Nord Spa”. Non avendola ottenuta, i consiglieri regionali della minoranza, composta da Fratelli d’Italia, Forza Italia, Udc, Popolari per l’Italia e Movimento 5 Stelle, si sono ritrovati insieme, ieri mattina, per presentare ai giornalisti quell’interrogazione “urgente” ignorata mercoledì notte dal Consiglio regionale.
«Un’interrogazione – hanno spigato i consiglieri di minoranza – in cui si chiedevano provvedimenti immediati, nei limiti delle possibilità consentite dalla legge, rispetto al sequestro preventivo dell’impianto industriale Sider emesso dal Tribunale in data 21 luglio».
«Quello che è accaduto in sede di consiglio regionale – ha denunciato Gianni Rosa, esponente di Fratelli d’Italia – è inammissibile. La maggioranza in consiglio – ha aggiunto – pare aver preso distanze formali dall’intricata vicenda, alzandosi dal tavolo della discussione proprio nel momento in cui è stata presentata la nostra iniziativa».
Il sequestro della Sider Potenza, arrivato quasi come un fulmine a ciel sereno «è chiaramente frutto delle inadempienze dell’Arpab e dei mancati provvedimenti da parte della Regione in termini amministrativi e politici su un suo fondamentale ente strumentale», ha concluso Rosa facendo riferimento ai controlli che l’azienda regionale per la protezione ambientale avrebbe messo in pratica negli ultimi due anni. Controlli, l’ultimo dei quali datato febbraio 2014, è emerso in conferenza stampa, «conclusisi sempre con esito positivo». La Sider insomma, stando ai documenti presentati per l’Autorizzazione Integrata Ambientale, non avrebbe mai superato i limiti di emissioni inquinanti ammessi per legge. Qualcuno quindi deve aver sbagliato.
«O il tecnico incaricato dalla magistratura potentina – ha detto il consigliere Udc Francesco Mollica – o i tecnici dell’Arpab». Chiunque sia stato, hanno sottolineato i consiglieri di minoranza, «la politica non può far finta di niente e lavarsene le mani» perché, ha detto Gianni Leggieri di M5S, «la salvaguardia dell’ambiente e della salute è tanto imprescindibile quanto lo è il diritto al lavoro». Proprio in virtù di questi due inalienabili diritti, è emerso, si chiedono spiegazioni anche all’assessore all’Ambiente Aldo Berlinguer. Ben 254, direttore compreso, sono le unità impiegate all’interno della Sider Potenza, almeno altre 250 persone sono quelle operanti nell’indotto. «È a questi 500 lavoratori, alle loro famiglie e ai cittadini che da sempre denunciano una situazione ambientale ai limiti del sopportabile, nell’area industriale potentina in cui l’azienda del gruppo Pittini è ubicata, che si devono finalmente delle risposte».
«Se la Regione avesse adempiuto ai suoi doveri, seguendo l’iter amministrativo -ha spiegato Pace del Ppi- l’azienda sarebbe stata diffidata ed avrebbe potuto adeguarsi ai parametri previsti per legge, senza dover arrivare al sequestro della magistratura e senza che ben 500 persone dovessero essere costrette a vivere questi momenti di preoccupazione».
Quella della Sider somiglia per certi versi alla vicenda Ilva di Taranto per cui il Governo nazionale emanò una legge provvedimento. È una disposizione simile quella che si attendono i consiglieri firmatari delle proposte presentate ieri. «Perché -ha sottolineato Michele Napoli di Forza Italia- la Sider è un’industria a interesse strategico nazionale». Da qui nasce la richiesta «d’attivazione di ogni utile azione legislativa, amministrativa e di controllo, nonché l’istituzione di un fondo di garanzia istituzionale e di interesse pubblico di un milione di euro, finalizzato al controllo, all’assistenza e all’azione di recupero ambientale del sito e, eventualmente, alle anticipazioni in favore dei lavoratori fermi oramai dal 21 luglio scorso».
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