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VIBO VALENTIA – Basta commistioni tra manifestazioni pubbliche e ‘ndrangheta. Compreso le processioni religiose. L’altolà arriva dal prefetto di Vibo Valentia, Giovanni Bruno, il quale ha inviato una circolare ai sindaci della provincia. Al centro della direttiva, i criteri da adottare in occasione del rilascio delle licenze per pubbliche manifestazioni ed a tutela dell’incolumità pubblica in occasione dell’accensione di fuochi artificiali. 

Il prefetto non usa mezzi termini: «Evitare che le manifestazioni pubbliche siano appannaggio di organizzazioni criminali», impedendo che in occasione di esse siano «veicolati messaggi di clan mafiosi, di soggetti pregiudicati o di delinquenti abituali». 

Il prefetto evidenzia che «ogni anomalia di rilievo dovrà essere segnalata allo scrivente che, per l’occasione, provvederà a convocare apposite riunioni tecniche di coordinamento delle forze di polizia o di comitati provinciali per l’ordine e la sicurezza pubblica, nell’ambito delle quali saranno esaminate le diverse problematiche emerse». La circolare si sofferma, in particolar modo, sull’accensione dei fuochi artificiali ricordando la necessità di garantire, «in conformità alle direttive impartite dal Ministero dell’Interno, ogni condizione a tutela della sicurezza e della incolumità pubblica». 

Il prefetto, al riguardo, ricorda di avere già invitato le autorità competenti al rilascio della relativa autorizzazione «a richiedere il preventivo parere della Commissione Tecnica per le sostanze esplodenti» prevista dal testo unico che disciplina lamateria. 

«Ciò nonostante – scrive il prefetto – continua a constatarsi uno scarso coinvolgimento del predetto organo tecnico consultivo, a fronte di un larghissimo impiego dei fuochi d’artificio che accompagna quasi tutte le celebrazioni e le manifestazioni pubbliche, nonchè eventi di carattere privato, specialmente nel corso della stagione estiva».

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