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SAMANTHA DELL’EDERA
Finestre rotte, intonaco a pezzi e la ruggine che si sta mangiando i portoni di ferro, che ormai rappresentano un pericolo per chi passeggia. Le parti esterne (e non solo) della Fiera del Levante, lato lungomare Starita, si ritrovano in pessime condizioni. L’immobile sta cadendo a pezzi tra l’indifferenza delle istituzioni e degli enti preposti alla manutenzione.

Perché vedere la Fiera del Levante, uno dei simboli della città di Bari, decadere in uno stato di completo abbandono, è una ferita per l’intera città. In realtà il quartiere fieristico sembra diviso in due parti: la zona dove oggi c’è l’ospedale Covid è stata rimessa in sesto, anche con una nuova tinteggiatura. E pure l’ingresso principale, davanti al Cus, non versa in condizioni poi così disastrose. Ma appena si percorre il lungomare di San Cataldo la situazione cambia. Dall’ingresso principale, quello da dove oggi ad esempio si accede per il centro vaccini, fino alla rotatoria di nuova realizzazione, l’immobile sembra abbandonato da anni.

Ci sono finestre rotte, i vetri sostituiti da mattoni. I tre cancelli di ferro sono stati mangiati dalla ruggine. Alcuni pali sono persino spezzati e rappresentano un vero periocolo per i passanti. Per diverso tempo la zona è stata transennata per evitare di avvicinarsi, ma ieri mattina non c’era né il nastro della polizia locale né alcun tipo di impedimento all’accesso. Le pareti sono delle gruviere, con buchi nell’intonaco. Senza considerare la pittura ormai disomogenea. Insomma un vero scempio. E se ci inoltriamo nella Fiera la situazione alla fine non è diversa. Ad eccezione dei padiglioni occupati che in parte vengono “curati”, i viali sono dissestati, ci sono erbacce ovunque. Negli scorsi giorni, il nubifragio ha reso impercorribili i viali interni, impedendo a diverse persone di raggiungere in serenità il proprio luogo di lavoro. «Ci sentiamo abbandonati – ci raccontano alcuni operatori – continuiamo a chiedere interventi, ma nessuno ci risponde. Non sappiamo davvero come fare, già stiamo soffrendo tantissimo a causa del calo dei clienti per la pandemia, ma sicuramente non è neanche bello venire qui in queste condizioni. Questo è un bene pubblico abbandonato». Non ha aiutato né l’annullamento dell’85esima edizione che solitamente veniva accompagnata da importanti interventi di restyling né l’abbandono di Eataly, con il rischio che anche l’altro lato sul lungomare Starita segua lo stesso destino di degrado.
La Fiera è nata nel 1929 grazie alla volontà di Comune di Bari, dell’ex amministrazione provinciale, della Camera di commercio e della Regione. Si tratta di un simbolo della città che sta finendo quasi nel dimenticatoio: valorizzata da una parte con l’utilizzo degli spazi per l’ospedale Covid e per il centro vaccini, dall’altra però si sta pian piano spegnendo. E sono proprio le condizioni delle facciate esterne a testimoniare uno stato di decadimento perenne. «Pian piano ce ne andremo davvero tutti da qui – continuano gli operatori – perché in queste condizioni è impossibile e controproducente lavorare: ed è un peccato. Abbiamo sempre detto che questa zona ha un potenziale, che però non viene sfruttato a dovere».


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