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Stefano Catanzariti

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Fu una passeggiata nel centro storico con giornalisti, docenti universitari e cittadini per portare all’attenzione dell’opinione pubblica le criticità del quartiere, in particolare i numerosi crolli.

Un raduno pacifico, avvenuto lo scorso 29 luglio, che oggi si trasforma in “una manifestazione non autorizzata” per la quale la Questura di Cosenza ha denunciato tre persone e il gip ha emesso il decreto penale di condanna a 1180 euro ognuno.

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«Si sta punendo una manifestazione che non ha interrotto ed occupato vie, non ha bloccato nessun servizio, non ha causato nessun disagio – ha detto Stefano Catanzariti parte del comitato e destinatario, insieme ad altri due, del provvedimento – ma soprattutto ha avuto lo scopo di portare chi ancora non conosceva lo stato disastroso del centro storico a viverlo di persona».

Nel documento si legge che Catanzariti radunava “quaranta persone in piazza valdesi, al fine di condurli nelle zone più significative del centro storico di Cosenza, colpite da crolli o situazioni di generale degrado, e perché si protestasse contro le gravi omissioni e l’incuria contestate alla provincia, alla soprintendenza ai beni culturali, al comune e alla prefettura, ritenuti degli imputati responsabili dello stato di abbandono dell’intero centro storico”.

«Tutto ciò – ha poi aggiunto Catanzariti – sa di beffa e di voglia di fermare in questa città ogni forma di dissenso, anche pacifico. Riteniamo ingiustificata questa azione e fortemente repressiva e intimidatoria, perché chi parla delle criticità del centro storico viene imbavagliato».

Il commento di Anna Laura Orrico

«La libera manifestazione del dissenso, quando essa è civile e fuori da ogni contesto di violenza, rappresenta uno degli ingredienti della democrazia. Soprattutto quando la pubblica denuncia riguarda una ferita cocente per tutta una comunità, per una città intera».

Questo il commento di Anna Laura Orrico, deputato del Movimento 5 Stelle.

«Il centro storico di Cosenza, purtroppo, soffre di molte, moltissime, problematiche e denunciarle pacificamente, come fatto da alcuni attivisti operanti da anni nel quartiere, alla luce del sole, con una semplice “passeggiata” in una zona tormentata costituisce, a mio avviso, una forma di sensibilizzazione alla questione che instrada i cosentini verso la consapevolezza che il cuore antico della nostra città soffre e la gente è in pericolo. Tutti i giorni. Nel pieno rispetto del lavoro delle forze dell’ordine, mi auguro che il “cortocircuito” venutosi a creare – con salate sanzioni contestate agli stessi attivisti – possa essere prontamente risolto con il massimo del buonsenso. Le case del centro storico crollano e la responsabilità non può essere di chi chiede aiuto».

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