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Dall’inizio della pandemia Covid-19, la provincia di Bari è la nona in Italia per numero di denunce all’Inail per lavoratori deceduti dopo aver contratto il virus sul posto di lavoro, mentre la Puglia è addirittura quinta. Lo rivela l’ultimo monitoraggio dell’Inail intitolato “Infortuni su lavoro da Covid”, i dati si riferiscono sino al 31 ottobre.

Le denunce per infortunio
Sono 183.147 le denunce di infortunio sul lavoro da Covid-19 segnalate all’Inail dall’inizio dell’epidemia da tutte le regioni italiane, oltre un sesto del totale delle denunce di infortunio pervenute da gennaio 2020 e un’incidenza del 3,8% rispetto al complesso dei contagiati nazionali comunicati dall’ISS alla stessa data.

A livello regionale la Puglia è nona per numero di denunce, il 3,8% del totale. Milano è la provincia che registra il maggior numero di contagi professionali nel mese di ottobre 2021, seguita da Roma, Torino, Napoli, Ravenna, Foggia, Ancona, Firenze, Bergamo e Catania. Sono però le province di Siracusa, Taranto, Trapani, Vibo Valentia, Matera, Caltanissetta, Pistoia e Reggio Calabria quelle che registrano i maggiori incrementi percentuali rispetto alla rilevazione di settembre.

Delle 183.147 denunce di infortunio da Covid-19, quasi tutte riguardano la gestione assicurativa dell’Industria e servizi (96,9%), mentre il numero dei casi registrati nelle restanti gestioni assicurative, per Conto dello Stato (Amministrazioni centrali dello Stato, Scuole e Università statali), Agricoltura e Navigazione è di 5.716 unità.

Denunce di infortunio con esito mortale
Le denunce per decesso in Italia sono state invece 782 e la provincia di Bari purtroppo è tra le prime dieci per numero di morti, con il 2,2% del totale. A livello regionale, invece, la Puglia è addirittura quinta con il 7% dei decessi rispetto al totale nazionale.

“Rispetto al monitoraggio del 30 settembre 2021 (762 casi) – si legge nel report – i decessi sono 20 in più, di cui 1 avvenuto ad ottobre; i restanti 19 casi sono riconducibili ai mesi precedenti, di questi 13 sono riferiti a decessi avvenuti nel 2021 e 6 nel 2020, il consolidamento dei dati permette di acquisire informazioni non disponibili nei monitoraggi e nei mesi passati. Rispetto ai primi dieci mesi del 2020, i casi mortali denunciati tra gennaio e ottobre di quest’anno – benché non consolidati – sono in calo del 42,2%”.

L’analisi territoriale, per luogo evento dei decessi, evidenzia una distribuzione del 36,3% nel Nord-Ovest (prima la Lombardia con il 24,8%), del 26,1% al Sud (Campania 13,2%), del 18% nel Centro (Lazio 10,7%), del 12,8% nel Nord-Est (Emilia Romagna 6,4%) e del 6,8% nelle Isole (Sicilia 5,8%). Le province che contano più decessi da inizio pandemia sono Napoli (con l’8,1%), Roma (7,7%), Milano (6,6%), Bergamo (6,4%), Brescia e Torino (4,0% ciascuna), Cremona (2,4%), Genova (2,3%), Bari, Caserta e Palermo (2,2% ciascuna), Parma (2%)”.

Le professioni più colpite
L’analisi per professione dell’infortunato evidenzia come un quarto dei decessi (25,7%) riguardi il personale sanitario e socio-assistenziale, tra cui i tecnici della salute con il 9,6% dei casi codificati (66,7% infermieri, il 38,7% donne) e i medici con il 5,0% (il 5,1% donne, uno su cinque è un medico generico).

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