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Una corsia di un ospedale

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Trentuno ospedali di comunità e 106 Case della salute, oltre ai 93 milioni per i “grandi macchinari” e 114 milioni per la digitalizzazione della sanità pugliese. Si delinea il piano della Regione Puglia per la spesa dei 650,8 milioni del Pnrr: ieri il direttore del dipartimento Salute, Vito Montanaro, è stato ascoltato in I commissione consiliare e ha spiegato come verranno impiegate le ingenti risorse ripartite dal ministero della Salute la settimana scorsa con un decreto trasmesso alle Regioni.

La Puglia potrà potenziare la medicina territoriale aprendo 31 ospedali di comunità per oltre 500 posti letto in più e 106 Case della salute. Per queste ultime sono a disposizione 177 milioni, per gli ospedali invece 79 milioni. Altre risorse: 50 milioni serviranno per l’adeguamento anti sismico; 94 milioni per l’acquisto delle grandi apparecchiature (Tac, risonanze) e 114 milioni per la digitalizzazione; 7 milioni di euro per centrali operative territoriali; per le risorse per la interconnessione tra aziende 2,8 milioni; per il device 3,8 milioni; 114 milioni per il piano nazionale complementare; 2,3 milioni per i flussi informativi; 3 milioni per i corsi di formazione per un miglioramento dei percorsi di sanità. Rispetto alla bozza iniziale di ripartizione degli otto miliardi per la «missione» sanità, alla Puglia sono stati destinati 20 milioni in più.

Le Asl hanno trasmesso al dipartimento Salute i progetti, non tutti però potranno essere realizzati, adesso toccherà alla Regione fare una scrematura ed entro il 20 dicembre inviare al ministero della Salute la proposta. Per quanto riguarda la provincia di Bari, l’azienda sanitaria ha candidato 37 case di comunità, quasi una in ogni comune, e 11 ospedali di comunità. Questi ultimi verrebbero realizzati a: Bari, Ruvo, Santeramo, Bitonto, Modugno, Grumo Appula, Valenzano, Rutigliano, Monopoli, Casamassima e Noci. I tempi di realizzazione oscillano tra i 36 e 48 mesi, l’investimento stimato è pari a 7,5 milioni per un totale di 150 posti letto, di cui 40 concentrati solamente a Bari. Spostandoci nella Sesta provincia, le case di comunità candidate sono cinque da realizzare eventualmente a Margherita di Savoia, Andria, Barletta, Canosa e Trani.

Invece gli ospedali di comunità sono tre e verrebbero edificati a Spinazzola, Minervino Murge e Trani, per un totale di 60 posti, 20 per ogni struttura. Totale investimento stimato solo per gli ospedali di comunità circa 9,6 milioni. Adesso toccherà alla Regione decidere quali opere realizzare e dove. Per la prima volta rispetto alla tradizionale distribuzione del fondo sanitario nazionale, la Puglia otterrà più soldi rispetto a Regioni delle stesse dimensioni o quasi, come ad esempio l’Emilia Romagna, che da 15 anni, invece, riescono sempre ad ottenere «fette» più grosse.

In tutta Italia gli otto miliardi dovranno servire a creare almeno 1.350 Case di comunità (2 miliardi); a finanziare la telemedicina (204 milioni); a rafforzare l’assistenza sanitaria intermedia con almeno 400 ospedali di comunità (un miliardo); ad ammodernare il parco tecnologico e digitale ospedaliero (2,63 miliardi) attraverso l’acquisto di almeno 3100 grandi apparecchiature sanitarie operative; a completare 329 interventi antisismici (circa 2,1 miliardi).

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