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POTENZA – I carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Potenza hanno posto questa mattina i sigilli allo stabilimento della Sider Potenza, su richiesta del pm Francesco Basentini. Alcuni operai su delega del gip Luigi Spina stano fermando gli impianti, che dovrebbero restare inattivi almeno fino a quando non verranno adempiute una serie di prescrizioni in materia di sicurezza ambientale.

I lavoratori sono stati mandati a casa e l’impianto si spegnerà alle ore 14. Si ipotizza ovviamente che la disposizione attenga ad indagini in tema di inquinamento da diossina e furani.  L’azienda  ha convocato i delegati di fabbrica per comunicare la decisione.

Da circa tre anni, a causa della crisi, nello stabilimento – l’unico a produrre tondini per l’edilizia nel sud Italia – gli operai lavorano con orario ridotto e con contratti di solidarietà.  La Siderpotenza appartiene al gruppo Pittini, che ha sede in Friuli ed è uno stabilimento che produce, con circa 250 operai, tondini per l’edilizia. 

Due persone sono indagate: sono Marco Minini e Federico Pittini, entrambi legali rappresentanti delle “Ferriere nord’’ di Osoppo (Udine), da circa un decennio proprietari dello stabilimento siderurgico potentino. 

La stessa società è sotto inchiesta avendo tratto «vantaggi anche economici» dall’attività svolta con le modalità contestate ai due dirigenti. Il decreto di sequestro preventivo emesso dal gip di Potenza su richiesta della Procura della Repubblica  di diossina, furani, monossido di carbonio e «altri composti nocivi in quantità superiore al consentito».

Le indagini dei Carabinieri del nucleo operativo ecologico sono cominciate dopo le «numerose segnalazioni» di cittadini: gli accertamenti preliminari sono stati confermati dalle «indagini tecniche successive». Gli impianti di aspirazione sono stati giudicati «insufficienti e non garantiscono, allo stato, di eliminare o contenere la presenza di diossina, di idrocarburi e delle altre emissioni nell’ambiente».

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