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DALLE RASSICURAZIONI alla tensione. Giornata difficile quella dell’associazione «Altragricoltura» che ha avanzato, in mattinata, un appello alla Regione Basilicata, «per sostenere le aziende agricole in crisi, che rischiano di dover perdere all’asta i beni proprio mentre sono in corso progetti di rilancio» per mettere «in piedi un’azione etica in un momento di crisi», riportando le parole del rappresentante Gianni Fabbris che ha incontrato l’assessore regionale all’agricoltura, Michele Ottati.

Il “caso” è quello  di un agricoltore del Metapontino, tra Tursi e Policoro, (Leonardo Conte, che nel frattempo sta facendo lo sciopero della fame in piazza Heraclea a Policoro), la cui azienda «nello scorso decennio era florida, ma che ha subito poi gli effetti della crisi»: una parte dell’azienda è stata venduta all’asta, e acquistata da un agricoltore della zona, suo vicino,  proprio nel  momento in cui c’era la possibilità di un rilancio dell’attività, poiché i debiti con i privati erano stati  pagati, e restavano circa 300 mila euro  che potevano essererestituiti alle banche con la nuova attività. Fabbris ha chiesto  l’apertura di un tavolo di confronto tra tutti i soggetti in causa  per cercare una mediazione. Nel pomeriggio, però, presso la sede dell’azienda si è ripresentato per la terza volta l’ufficiale giudiziario. Al termine di un lungo tira e molla, non senza momenti di grandissima tensione, l’associazione ha impedito l’accesso all’azienda per la presa d’atto della proprietà in seguito all’acquisto all’asta. L’ufficiale giudiziario tornerà il 29 con i carabinieri, ma Fabbris non ci sta e dice: «Quanto spreco di denaro, quante inutili parole. Se ci fosse stata ragionevolezza il problema si sarebbe già risolto e senza nessun  atto di sciacallagio. Ci batteremo per trovare un compromesso nell’interesse di tutti, compresi i lavoratori».

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