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AVIGLIANO – La Madonna del Carmine di Avigliano è uno straordinario esempio di pietà e devozione popolare che dura da secoli. Come ogni anno, il 16 luglio, la statua, rivestita con il tesoro votivo, in tutta la sua lucentezza e suggestione lascia la Basilica Pontificia Minore per raggiungere il Santuario del Monte Carmine a circa 1200 metri di altezza. Accompagnata da uno stuolo di fedeli provenienti da tutta la Regione,  la Madonna dagli occhi vivi con in braccio il bambino che amorevolmente le carezza il volto,  inizia il suo cammino tra il verde della montagna e la fermezza e ardore di spirito di quanti non temono la fatica ma sono protesi verso l’alto. Tra canti popolari e preghiere la statua, sorretta con fermezza dai confratelli, dopo aver compiuto tre giri intorno alla Chiesa del Monte Carmine, è collocata nella sua dimora estiva per due mesi. In tutta la sua maestosità, La Madonna sul Monte diventa il punto di riferimento di migliaia di visitatori che ogni giorno sfidano il vento dell’altura per vederla, per cercare conforto, per trovare nel silenzio della preghiera e della meditazione se stessi e il senso di questo vivere terreno.

La seconda domenica di settembre la statua ritorna nella Basilica di Avigliano, dopo aver toccato in processione tutte le strade della città.  Non c’è luogo che non sia attraversato dal suo incedere regale, non c’è finestra che non si apra al suo passaggio.

Al suo cospetto viene completamente meno il distinguo tra credenti e non; tutti le rivolgono un applauso e un inchino; tutto tace dinnanzi alla sua statura; è in grado di riunire ogni cosa nel segno della pace e della condivisione.

La storia della Madonna del Carmine ha radici lontane ed è contraddistinta dal senso di protezione che sin dagli albori ha trasmesso all’intera comunità.

Il 1694, infatti, fu segnato da due terribili calamità come la carestia e il terremoto. La popolazione di Avigliano, rifugiatasi in cima al Monte Carmine, invocò l’aiuto della Vergine.  La “protettrice degli aviglianesi” non tardò a compiere il miracolo dal momento che tutti riuscirono a tornare sani e salvi nelle loro abitazioni intatte. Da allora il legame tra la Madonna e il territorio è diventato inscindibile. La sua effige è stata declinata a più livelli: dalla pittura alla scultura in pietra. All’ingresso del Santuario del Monte Carmine ad accogliere i pellegrini vi è una mirabile rappresentazione della Madonna ricavata dalla pietra opera dello scultore Francesco Viola.

Preziosissime rappresentazioni della Madonna su pietre di varia dimensione sono state realizzate, invece, dall’artista Concetta Lucia che, servendosi di pennello e colori vividi,  ha dato vita a veri e propri capolavori in miniatura.

La figura della Madonna,  infine, è al centro di imponenti strutture realizzate con candele che prendono il nome di cinti. I cinti, opere di antichissima tradizione meridionale, precedono la statua nel corso della processione e rappresentano dei veri e propri atti di fede da parte dei devoti.

Un pezzo di storia che ogni volta regala emozioni nuove costituisce l’anima di un territorio,  un’anima che unisce tante voci in un unico coro.

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