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Francesco Boccia e Stefano Graziano

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SERGIO De Simone, ex membro della direzione regionale del Partito democratico, ha scritto una lettera aperta al commissiario del Pd di Cosenza Francesco Boccia.

Lo spunto è dato dalle tensioni vissute durante l’ultima assemblea provinciale del Pd a Cosenza, dove i toni sono stati piuttosto forti tra Italo Reale, il commissario Graziano, Nicola Adamo e Damiano Covelli

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“Forse avremmo fatto bene per il nostro partito e per la Calabria tutta – dice De Simone – non riprendere e fare circolare sulla rete solo i filmati ed i momenti concitati dell’assemblea, ma sarebbe stato più opportuno e produttivo rendere pubblica la discussione politicamente ricca e partecipata che vi è stata e che da molti anni a causa del commissariamento mancava nel Partito cosentino e calabrese”.

Ma il problema del Pd ha radici antiche: “Prima ancora che inizasse l’assemblea – scrive De Simone – avevo chiesto chiarimenti al commissario Graziano sui suoi riferimenti al Pd calabrese, dove, secondo lui, negli anni precedenti, il tesseramento era frutto delle azioni di “Capo Bastoni” impegnati a contendersi l’appropriazione del partito. Sono orgoglioso della mia appartenenza alla storia ed alla tradizione della sinistra calabrese in cui ho militato sin da giovanissimo come iscritto alla  FGCI più di 50 anni fa, e ho detto a Graziano che parole di questo tipo danneggiavano e danneggiano il Pd, non solo calabrese e favoriscono un attenzionamento della magistratura nei nostri confronti.

Un linguaggio, fa notare De Simone, riservato solo al Pd calabrese e non utilizzato, per esempio, “di fronte a fenomeni degenerativi (come avvenuto in Puglia , dove sono stati sospesi i congressi) o ad Avellino (dove la notte prima del congresso gli iscritti sono passati da 4.000 a 10.0000). Ho fatto numerose battaglie in Calabria, sempre e soltanto nel partito, contro alcune forme degenerative che vi sono state. Spesso il gonfiamento del tesseramento veniva certificato dagli organi nazionali interessati a rafforzare le proprie correnti o ad eleggere i segretari nazionali”.

“Io sono stanco ed indignato che si rappresenti la mia regione ed il mio partito solo come un problema di ordine pubblico o di “Capo Bastoni” e le nostre riunioni politiche solo come risse o “aggressioni” – conclude De Simone – ho rispetto dei commissari e del partito nazionale ed è per questo che esigo e pretendo rispetto per me e per gli uomini e le donne del partito calabrese”.

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