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Il Comune di Napoli

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Bisogna chiudere entro la fine dell’anno le 51 pratiche concordate con l’Europa che sono i target di investimenti e di riforme. Se tutto va bene entro metà dicembre saremo pronti su una fascia oscillante tra 40 e 45 target raggiunti perché il dialogo tra il governo italiano e la Commissione è costante, consente di prendere le misure e di venire a capo della rendicontazione. Per attuare il Pnrr gli enti locali chiedono nuove risorse umane e spingono perché si utilizzino i fondi del piano europeo per fare le nuove assunzioni. Con questi soldi si possono fare investimenti e finanziare riforme di struttura, non assunzioni. Perciò si punta a allentare vincoli e consentire deroghe agli enti in pre-dissesto come i Comuni di Napoli, Torino, Reggio Calabria con soldi del bilancio pubblico. Il comune di Roma scoppia di insegnanti e non ha progettisti, Palermo non riesce neppure a chiudere il bilancio di previsione del 2021

Per arrivare vincitori al traguardo della prima tappa del giro d’Italia più impegnativo della nostra storia, che si chiama Piano nazionale di ripresa e di resilienza, bisogna chiudere entro la fine dell’anno le 51 pratiche concordate con l’Europa che sono i target di investimenti e di riforme. Se tutto va bene entro metà dicembre saremo pronti su una fascia oscillante tra 40 e 45 target raggiunti perché il dialogo tra il governo italiano e la Commissione è costante, consente di prendere reciprocamente le misure e di venire a capo di quella che con una parola tecnica si chiama rendicontazione ma che in effetti vale moltissimo sul piano politico e costituisce lo spartiacque tra le cose che avvengono e quelle che non avvengono. Perché se non superi questo test è come se non avessi mai cominciato a correre in quanto di quattrini non ne vedi.

In questo momento Mef/Ragioneria generale e i soggetti attuatori sono impegnati in un botta e risposta continuo con la Commissione che fa ben sperare. Poi si concentrano sul rush finale avendo acquisito tutte le informazioni utili. Sono molto fiduciosi anche se avvertono che non è detto che sia così quando si passerà alla fase due che è quella dell’apertura dei lavori, degli stati di avanzamento, di tutto di più, che riguarda il 2022. Meglio di noi al momento, è bene averlo presente, non ha fatto nessuno tranne la Spagna.  Che, però, sta rendicontando quattro soldi rispetto a noi e che, per di più, il piano se lo è fatto fare da qualcuno fuori dei ministeri. Cosa che se fosse avvenuta in Italia a causa della piccolezza e cecità del nostro dibattito della pubblica opinione avrebbe bloccato tutto. Stiamo diventando un Paese normale, ma le scorie culturali e soprattutto mediatiche che vengono dal passato pesano come un macigno. Chiariti strategia e stato dell’arte ci sono alcuni punti su cui occorre massima vigilanza e massima capacità di decisione che riguardano peraltro molto da vicino il Mezzogiorno.

1) Per attuare il Pnrr gli enti locali chiedono nuove risorse umane e spingono perché si utilizzino i fondi del piano europeo per fare le nuove assunzioni. Con questi soldi si possono fare investimenti e finanziare riforme di struttura, non fare assunzioni. Si sta pensando di allentare alcuni vincoli alle assunzioni e di consentire deroghe agli enti in pre-dissesto come i Comuni di Napoli, Torino, Reggio Calabria e così via. Ovviamente il provvedimento verrà finanziato con il bilancio pubblico italiano e verrà inserito come emendamento o dentro la legge di bilancio o dentro il decreto Pnrr. Si è consapevoli che se non si fanno queste deroghe si ferma tutto e si ottiene l’effetto contrario di quello che si vuole escludendo territori strategici dall’accesso alle risorse del Pnrr.

2) Esiste un delicatissimo caso Napoli che riguarda poi parallelamente anche i Comuni in pre-dissesto come Torino e Reggio Calabria. Con 3,1 miliardi di debiti finanziari sulle spalle e una pianta organica di poco più di 4 mila dipendenti senza un solo dirigente tecnico il Comune di Napoli, che gestisce la principale area metropolitana del Mezzogiorno, è praticamente escluso in partenza dalla partita. Questo è inammissibile. Per cui si sta studiando un provvedimento ad hoc pluriennale con trasferimenti di 300 milioni l’anno al Comune di Napoli per abbattere progressivamente il debito e una somma complessiva per i Comuni in pre-dissesto sempre annua di poco più di 500 milioni compresi i 300 di Napoli in modo da soddisfare anche le esigenze di Torino e di Reggio Calabria. Ovviamente tutti questi trasferimenti si accompagnano a condizionalità per cui si dovranno assumere e onorare alcuni impegni tra cui quello di fare per davvero gli investimenti.

3) Siamo all’assurdo che il Comune di Roma gestione Raggi ha fatto il pieno di vigili urbani e di insegnanti per gli asili nido comunali e che il Comune di Roma gestione Gualtieri bussa a soldi per assumere ingegneri, architetti, progettisti, tecnici informatici, insomma funzioni di specializzazione con alta professionalità. Dove, però, la notte è davvero nera è al Comune di Palermo e in quasi tutti i Comuni siciliani. Non riescono a chiudere nemmeno il bilancio di previsione per il 2021, quello di apertura non quello di conclusione, in quanto hanno già un disavanzo che fa tremare vene e polsi. Perché alzano i prelievi ma non incassano, non riscuotano alcunché in quanto sono pochissimi quelli che pagano, e perché hanno il personale più numeroso e più caro del mondo. Siamo alla tragedia nella tragedia.


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Stefano Mandarano

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