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Johnny con la sua fisarmonica

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BADOLATO (CATANZARO) – La comunità di Badolato e del comprensorio si sono strette alla famiglia Battaglia per la scomparsa del congiunto, il compagno musicista Raffaele detto “Johnny”. Ricca di significato umano e sociale la lettera inviata ai familiari, del nipote Vincenzo Serrao, che ha ricordato i suoi ideali politici, la sua passione per la musica, l’amore verso la famiglia.

Johnny, prima di morire, aveva espresso due desideri: alla moglie, signora Carmela e alle figlie Vittoria, Franca, Mimma, Fausta, Daniela aveva chiesto, per il funerale, di essere accompagnato dalla banda musicale; agli amici musicisti, Piero Frascà, Raffaele Battaglia, Roberto Giglio di suonare per lui “A marcia de ziti”.

I desideri espressi sono stati esauditi: prima di accompagnarlo in chiesa, i familiari, pur affranti, hanno assistito al bel gesto dei suoi amici musicisti, Raffaele al mandolino, Piero alla fisarmonica, Roberto alla chitarra, che hanno suonato per lui A marcia dei ziti, un brano musicale antichissimo molto caro a Johnny.

A Badolato, in passato, si usava accompagnare la sera, dopo il matrimonio e i festeggiamenti, in corteo gli sposi a casa. Questo rito aveva visto in tutti i matrimoni Johnny protagonista con la sua fisarmonica, e altri musicisti con mandolino e chitarra.

Ma Johnny era anche altro. Da giovanissimo aveva partecipato alle lotte sociali del Partito Comunista, con scioperi e occupazioni contro i proprietari terrieri, con protagoniste anche le donne, manifestazioni che avevano portato Badolato alla ribalta nazionale. Johnny, dopo aver fatto il pastore, insieme a tanti badolatesi era emigrato in Germania. Tanti i sacrifici per dare un avvenire alle figlie.

Dopo alcuni anni era ritornato nel suo paese. Aveva migliorato le sue condizioni economiche e aperto nel borgo un bar, dove, nel servire i suoi clienti, li dilettava con la fisarmonica e il mandolino. Johnny era molto conosciuto, abitava nella Marina di Badolato, dove aveva costruito casa per se e per le figlie. Dopo una breve malattia si spostava per le vie cittadine con la sua carrozzella, ma era sempre sorridente e sostava davanti al bar offrendo agli amici il caffè o una birra. Più volte ci aveva raccontato le sue avventure e le tante serenate.

Una volta aveva espresso il desiderio di diffondere il Quotidiano del Sud oltre confine: «Perché sul giornale non fate un articolo sulla mia storia di musicista per regalarne una copia ai tanti amici emigrati in Svizzera?».

Dopo una recente e banale caduta non si era più ripreso. Dal suo lettino guardava la sua fisarmonica appesa al muro e sorrideva. Se n’è andato con la sua semplicità, con il suo sorriso, con accanto la dolcezza della moglie, l’amore delle figlie e dei tanti nipoti che porteranno il sorriso di nonno Johnny nei loro cuori. La comunità badolatese sentirà la sua mancanza e quella delle melodie della sua fisarmonica.

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