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Un incendio improvviso la mattina del 22 dicembre dello scorso anno aveva causato l’evacuazione delle persone che alloggiano nella struttura e l’inagibilità di una parte di essa. L’intervento delle forze di polizia aveva provato a impedire il ritorno della sessantina di persone, nonostante l’amministrazione comunale non avesse emesso alcuna ordinanza di sgombero, ma l’arrivo di attivisti solidali di movimenti, associazioni e partiti aveva permesso il ritorno degli occupanti dell’ex liceo Socrate di via Fanelli, occupato da oltre 11 anni, divenuto riparo per singoli e famiglie, molte con figli minori, per lo più migranti.
A distanza di quasi un anno, la questura di Bari ha notificato 30 decreti penali di condanna, 28 da 4 mila 700 euro e due da 7 mila 700 euro, ad altrettante persone per spese processuali per un ammontare di 147 mila euro. Quella sera ci furono lunghi momenti di tensione, con il sindaco Antonio Decaro e l’assessora ai Servizi sociali Francesca Bottalico a cercare di mediare e trovare una soluzione per persone che altrimenti, a pochi giorni dal Natale e con le temperature rigide, non avrebbero avuto un tetto dove andare a dormire.
Non ci furono però scontri o disordini e la situazione tornò dopo qualche ora alla normalità. Erano oltretutto i giorni di coprifuoco delle 22 per le misure antiCovid. «Condannati per aver difeso i più deboli», scrivono i movimenti e partiti vicini alla causa degli occupanti, mentre chiedono un intervento del sindaco Antonio Decaro sulla vicenda. In settimana ci sarà un incontro, nel quale il primo cittadino si dice pronto ad ascoltare le loro ragioni per trovare assieme una soluzione, mentre nei mesi scorsi era stato già messo a punto un progetto di riqualificazione della struttura.
A curarlo l’assessore ai lavori pubblici Giuseppe Galasso, che ha incontrato la rete di solidarietà barese e concordato diversi punti. I partiti, a sinistra, insorgono. «Quella dell’ex Socrate – spiega Francesco Loconte, segretario del circolo Karl Marx di Rifondazione comunista – è un’esperienza più che riuscita di auto-recupero e auto-gestione di uno spazio altrimenti destinato al degrado o, chissà, a far posto all’ennesimo casermone-dormitorio di cemento. Un piccolo incendio era stato utilizzato come pretesto per accorrere un dispiego massiccio di forze dell’ordine, amministratori, media.
Fortunatamente, più numerosi sono stati le compagne e i compagni che sono accorsi per portare la propria solidarietà a donne e uomini che rischiavano di passare delle festività, già di per sé molto strane, anche prive di un tetto. Eppure – aggiunge -, superando divisioni e contrasti, la solidarietà ha vinto. Quella dei provvedimenti contro Una risposta indegna e vergognosa che richiede non soltanto la solidarietà della nostra comunità politica, ma un impegno concreto ed immediato, a cui invitiamo tutte e tutti, perché quella dell’ex-Socrate è una storia che riguarda l’intera città e che chiama alla responsabilità collettiva».
Anche Sinistra italiana è intervenuta sulla questione, con un lungo comunicato della federazione regionale, per chiedere al sindaco Decaro di trovare una soluzione. «Eravamo presenti quella sera e un anno di distanza lo Stato emette dei decreti di condanna conseguenti a quella manifestazione di solidarietà e di difesa del diritto alla vita e alla dignità- Vogliamo essere molto chiari. Tali atti, posti in essere in virtù delle norme di legge, sono pienamente legittimi.
E, però, non si può non sottolineare, con forza, come essi trovino il loro presupposto di fatto e di diritto nella crudele strumentalizzazione della insignificante circostanza posta a fondamento dello sgombero della struttura. Non sappiamo come possa evolversi la vicenda – aggiungono-, ma di certo, il Comune di Bari, in persona del sindaco Antonio Decaro, dovrebbe immediatamente porre al centro del dibattito la modalità di soluzione al pagamento di quelle somme».
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