Rifiuti abbandonati tra i boschi della Sila
1 minuto per la letturaSAN GIOVANNI IN FIORE (CS) – Sila da patrimonio dell’Unesco a patrimonio dell’immondizia. Questo potrebbe essere in sintesi ciò che sta succedendo all’altipiano della Sila dal momento che non esiste più angolo di bosco silano che non sia invaso da cumuli di spazzatura.
Ormai, si trova di tutto: dai vecchi frigoriferi alle cucine abbandonate, a water in disuso a materassi e cuscini, al materiale di diporto di case in rifacimento o in costruzione. Basta imboccare strade e stradine nascoste dalla fitta vegetazione silana perché l’immondizia faccia bella vista di sé.
Basta lasciare la provinciale che da San Giovanni in Fiore porta a Trepidò ed imboccare le stradine che conducono alle località di “Feudia”, “Campo di Manna”, Marinella” per vedere l’invasione di spazzatura di ogni genere. O imboccare la provinciale che porta al piccolo villaggio di Fantino per vedere cumuli di immondizia ai bordi della strada. Così come per Savelli (paesino del Crotonese), così come per i villaggi del Germano, dei Serrisi oppure Cagno o Ceraso.
Lo sa bene il cercatore di funghi che, in questo periodo autunnale, si avventura nei boschi silani alla ricerca del prezioso prodotto del sottobosco, per rendersi conto di come sia ridotto l’altipiano silano oggi. Uno dei paesaggi più suggestivi d’Italia, ormai, è una pattumiera. Il bosco silano è ridotto ad una vera e propria discarica: l’inciviltà di alcuni ha fatto sì che la foresta della Sila sia un ricettacolo di ogni tipo di immondizia.
Arrendersi ad un tale degrado sarebbe un vero e proprio delitto verso i nostri padri che hanno dato la loro vita per conservare il bello di boschi e foreste della Sila.
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