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REGGIO CALABRIA – Blitz dei Carabinieri del Ros e dei Comandi provinciali di Roma e Reggio Calabria contro la cosca Molè. I militari impegnati nell’operazione, denominata “Mediterraneo”, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Reggio Calabria a carico di 54 affiliati alla ‘ndrangheta accusati a vario titolo di associazione mafiosa, traffico di armi e stupefacenti ed intestazione fittizia di beni. Sequestrati beni e quote societarie per un valore complessivo di circa 25 milioni di euro. 

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TRE LE REGIONI COINVOLTE – Al centro delle indagini, coordinate dalla procura distrettuale antimafia reggina, le attività illecite di una delle più potenti cosche della ‘ndrangheta, con diramazioni in ambito nazionale e internazionale. In particolare, spiegano gli investigatori, le indagini hanno documentato i consistenti interessi della cosca in «ramificate iniziative imprenditoriali e commerciali in Calabria, Lazio ed Umbria, nonchè la gestione di ampi settori della distribuzione delle slot machine sul territorio nazionale».

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Accertati anche «rilevanti traffici di armi dai Paesi dell’est europeo e l’importazione di ingenti carichi di stupefacenti dal nord Africa».

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UN ATTORE A CAPO DELLO SPACCIO – Tra le persone coinvolte e arrestate nel blitz c’è anche un attore: si tratta di Stefano Sammarco, protagonista di numerose fiction e del film “5”. Secondo gli inquirenti è addirittura il capo cordata dello spaccio nella zona di Civitavecchia, punto di riferimento apicale della ‘ndrangheta nella zona. Sammarco già nel 2012 era stato arrestato per spaccio di hashish.

IN CARCERE I RAMPOLLI DEL CLAN – Dei 54 arresti eseguiti nell’ambito dell’Operazione Mediterraneo, condotta dai Carabinieri del Ros contro la cosca Molè di Gioia Tauro, solo 25 sono stati eseguiti nella Piana di Gioia Tauro. Tra questi sono finiti in manette le nuove leve della cosca Molè, tra cui i giovani rampolli della famiglia, due ventenni. Sono scattate le manette anche per gli armieri della cosca, e tra le maglie del Ros sono finiti anche alcuni affiliati ritenuti “importanti”. Una ventina di arresti, invece, sono stati eseguiti tra la Capitale e l’Umbria, dove avveniva il reimpiego dei soldi illecitamente accumulati dalla cosca. Poco meno di una decina di arresti sono stati eseguiti anche in provincia di Catanzaro.

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