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GUAI a chi dovesse avere bisogno di cure mediche d’estate. Anche prenotare un’ecografia alla caviglia per una distorsione potrebbe diventare un’impresa impossibile. E’ quello che la redazione dell’edizione di Basilicata de Il Quotidiano del sud ha provato a fare. Il Cup regionale, al quale ha telefonato ieri, ha dato la disponibilità per un’ecografia alla caviglia il prossimo anno al San Carlo di Potenza e per il prossimo 5 settembre al Crob di Rionero in Vulture.
Per un ecodoppler, invece – esame che presuppone una patologia o un problema certamente più grave della distorsione a un arto – avrebbe dovuto attendere fino al 25 febbraio 2015 al poliambulatorio di via Del Gallitello e addirittura ad ottobre 2015 al San Carlo. Cioè da un minimo di 7 a un massimo di 15 mesi. Un tempo incredibilmente lungo. Troppo se si tratta di salute.
Ad aggravare la situazione ci pensano le strutture private accreditate, anche se solo quelle associate a Sanità Futura, associazione delle strutture sanitarie lucane e pugliesi. Sanità futura si è detta «costretta» a sospendere il servizio ad agosto «avendo già raggiunto il tetto di spesa assegnato ad ogni singola struttura». La decisione arriva in seguito a una delibera di giunta regionale che blocca i tetti di spesa fino a dicembre 2014 ed impone altri risparmi di settore. E se l’estate, da questo punto di vista, si preannuncia rovente lo sarà ancora di più l’autunno. L’associazione infatti non esclude che la decisione sia protratta nel tempo.
Nonostante la nota stampa, nessuna reazione o spiegazione da parte della Regione. Intanto per Nicola Allegretti, segretario regionale Spi Cgil Basilicata, la decisione di Sanità futura «è molto grave. Di fatto la sanità privata è già agevolata. Lo dicono anche gli ultimi dati Istat sui servizi erogati rispetto alla privata. Trovo pertanto una contraddizione in termini che le strutture private accreditate, che quindi non sono pubbliche, facciano un atto di protesta nei confronti della Regione, il cui obiettivo deve essere quello di migliorare la sanità pubblica, bloccando un servizio che è già agevolato dalla migliore qualità del servizio rispetto a quello pubblico, anche perchè a pagamento». Ago della Bilancia, la Regione Basilicata. Più questa non risolve la questione delle lunghe liste d’attesa più favorirà l’emigrazione sanitaria verso le strutture private. Risolvere il problema per il sindacato significa nuove assunzioni e un fondo per i volontari straordinari, in modo da poter affrontare un ampliamento delle fasce orarie in cui erogare il servizio e una sua estensione ai giorni feriali.
Migliorare il servizio pubblico è questo. Fare scelte politiche e accompagnarle. In quest’ottica, per esempio, anche l’esenzione dei ticket dalla specialistica non finirebbe con l’incrementare le liste d’attesa, come avviene, e quindi spostare fasce di pazienti sulla sanità privata, dove paghi ma ottieni il servizio in tempi consoni.
Tenendo conto, inoltre, che la lista d’attesa è già criterio di valutazione sulla sanità regionale rispetto all’adeguata erogazione dei servizi, qualora su questo punto la Regione Basilicata non risultasse soddisfacente vedrebbe ridurrebbe i propri fondi trasferiti dal sistema nazionale sanitario.
«Quest’anno – continua Allegretti – la Regione Basilicata è risultata al limite ma se con la riforma del piano della salute non dovesse essere più così, perderebbe una parte delle risorse e con esse la qualità dei servizi». Agevolando ulteriormente la sanità privata. Che, su questo non ci piove, meno male che c’è. Sebbene sia a pagamento e quindi renda il diritto alla salute non un diritto acquisito ma un privilegio, i cui canali di accesso riguardano esclusivamente il reddito. «In Basilicata – dice il sindacalista – sono oltre 180.000 i pensionati al minimo, con 573 euro al mese. Sicuramente non possono rivolgersi alla sanità privata». E come loro disoccupati, cassa integrati.
E’ per questo motivo che urge un incontro con l’assessore regionale alla sanità. L’ultimo, con i sindacati, si è tenuto circa due settimane fa. «Un incontro che non ha gli esiti sperati – conclude Allegretti – se non quello di un parere favorevole sulle assunzioni in deroga. Siamo in attesa di una nuova convocazione».
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