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VENOSA – E’ caduta definitivamente l’ipotesi di accogliere i migranti stagionali nei locali di via Diaz, utilizzati fino a poco tempo fa come sede del liceo “Quinto Orazio Flacco” di Venosa. E’ fallita, infatti, la trattativa tra proprietari dell’ immobile e dirigenti della task force, costituita a livello regionale per affrontare i problemi dei migranti. Tra i fattori che hanno determinato la rottura delle trattative, il parere negativo espresso dalla Protezione civile per i tempi lunghi e i costi elevati per le ristrutturazioni. Chiuso questo capitolo se ne è aperto subito un altro per individuare un’area per l’accoglienza, ubicata nelle vicinanze di Boreano e in possesso dei requisiti per essere attrezzata. Nei prossimi giorni la task force regionale effettuerà il sopralluogo per verificarne l’idoneità. In precedenza erano state vagliate altre soluzioni (abbandonate già nelle prime fasi di valutazione) che prevedevano l’utilizzo del Villaggio di Boreano, della struttura del Consorzio agrario, di capannoni vari (tra cui il sementificio nei pressi della stazione ferroviaria). L’ipotesi intorno alla quale tutta la Giunta Gammone ha lavorato per molto tempo era quella, appunto, che ruotava intorno all’utilizzo dei locali che avevano ospitato il Liceo.
Una soluzione che aveva creato un certo allarmismo tra i venosini, preoccupati per i rischi che poteva determinare la presenza di un numero consistente di migranti (tra i 150 e i 200) all’interno di una struttura, ubicata al centro della città. Gli amministratori evidenziano la validità della scelta assunta.
«Venosa è la città dell’accoglienza e dell’integrazione – dice il sindaco Tommaso Gammone – Questi principi non vanno solo sbandierati ai quattro venti in occasioni pubbliche, ma debbono orientare le nostre azioni a livello individuale e collettivo».
Al riguardo gli amministratori ritengono di aver preso tutte le precauzioni per tutelare la sicurezza dei venosini e assicurare un’accoglienza dignitosa e rispettosa dei diritti dei migranti stagionali.
«Bisogna tener presente che si ratta di lavoratori migranti stagionali, in buone condizioni di salute, con regolare permesso di soggiorno e obbligati all’iscrizione nelle liste di prenotazione – ha sottolineato l’assessore alle Politiche sociali Antonietta Mastrangelo – Va anche ricordato che il progetto predisposto a livello regionale mira a combattere il lavoro nero e il caporalato e obbliga i migranti ad avere un regolare contratto». Come dire, che il progetto ha già dei nemici dichiarati: tutti quelli che con questa nuova organizzazione perdono potere e non possono più sfruttare il lavoro dei migranti. «Per lungo tempo abbiamo lavorato per organizzare l’accoglienza nei locali di via Diaz – ha aggiunto Mastrangelo – Ci sembrava una ottima soluzione. I locali sono in ottime condizioni e sono dotati di acqua, luce, bagni, docce e mensa. Per assicurare il normale svolgimento di una vita di relazione all’interno della struttura avevamo coinvolto la Cri, la Protezione civile e le associazioni di volontariato. La tutela della salute era assicurata dai medici dell’ associazione Medu e dagli ambulatori messi a disposizione dall’Asp». Previsti anche interventi per il “dopo lavoro”.
«Oltre ad assicurare la vigilanza, finalizzata a evitare tensioni e intervenire immediatamente in caso di conflitti, avevamo pensato anche a organizzare l’attività ricreativa nei locali dell’ex Ipias – ha aggiunto l’assessore – Avremmo utilizzato il contributo offerto da associazioni che da anni seguono i migranti stagionali e realizzano corsi di italiano, attività ludico ricreative».
Il “Progetto accoglienza” avrebbe avuto effetti positivi anche sulla comunità locale. «Sono facilmente intuibili le ricadute economiche per la nostra comunità – ha concluso Mastrangelo – Sarebbero state coinvolte nella gestione degli interventi previsti: personale per il servizio pulizia, servizio vigilanza, servizio mensa e servizio trasporto. Adesso dovremo calibrare l’intervento in rapporto alla nuova sede di accoglienza che sarà individuata nei prossimi giorni».
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