X
<
>

Share
2 minuti per la lettura

CATANZARO – Il cerchio si stringe. I malviventi potrebbero avere le ore contate. I carabinieri della Compagnia di Soverato, guidati dal capitano Saverio Sica sono sulla pista giusta. E a giorni potrebbero già acciuffare i criminali che, nella notte di giovedì scorso, hanno messo a segno l’ennesimo atto intimidatorio ai danni di un imprenditore di Copanello, facendo scoppiare una bomba davanti a un noto ristorante (LEGGI). Questa volta però non si tratta di una persona qualunque. 

Lui è Daniele Rossi, presidente di Confindustria Catanzaro, della storica azienda Guglielmo caffè e titolare del villaggio omonimo a Copanello di Stalettì. I carabinieri hanno già interrogato i vertici dell’azienda oltre a Rossi Matteo Tubertini e il gestore del villaggio, un vibonese, Antonio Facciola. Non solo, ma i militari dell’Arma stanno passando in visione tutti i nastri registrati nella notte dell’attentato, dalle diverse telecamere installate nella piazzetta antistante al ristorante, alla ricerca di tutti gli indizi utili a risalire agli autori del crimine. E che potrebbero già avere un volto e un nome. 

Rabbia, sconcerto, senso di impotenza ma anche umana paura. Questi i sentimenti comuni degli imprenditori catanzaresi ma che della società civile del mondo dell’associazionismo che continuano a mandare messaggi di solidarietà al collega Rossi. Ma c’è anche tanta preoccupazione per questa escalation criminale sulla costa jonica catanzarese. La notte di giovedì in piazza Susanna a Copanello, è stata fatta deflagrare una bomba ad alto potenziale che ha danneggiato il ristorante a servizio del villaggio Guglielmo. Ma lui, il titolare Daniele Rossi, non si arrende e non si piega. Nemmeno dopo questo secondo duro attacco sferrato dalla malavita che ha alzato il tiro. E Rossi scrive su Tweet “Bastardi da noi non avrete nulla”. 

Intanto, il giorno dopo l’esplosione della bomba, i trecento turisti russi che sono ospiti del villaggio stanno comunque continuando la loro vacanza, ricevendo tutte le attenzioni e le cure perchè da subito il titolare e gli operai si sono rimboccati le maniche, hanno ripulito tutto e hanno ripreso a lavorare. La bomba fatta deflagrare è il secondo avvertimento che riceve Rossi. Nell’agosto 2012 alla Torrefazione Guglielmo, lungo la statale 106 a Copanello di Stalettì, gli sono stati bruciati due camion (LEGGI). Mezzi da lavoro importanti. Anche in quella occasione ci fu una grande solidarietà. Gli stessi operai della Torrefazione Guglielmo si offrirono di fare turni di guardia di notte, per salvaguardare l’azienda e i loro posti di lavoro. Perché le guerre non si vincono da soli. E serve l’aiuto di tutti. Non solo delle forze dell’ordine.

 

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE