X
<
>

Il professor Damiano Barone

Share
3 minuti per la lettura

CERCHIARA (CS) – Il professore Damiano Barone, dell’Università inglese di Cambridge, è uno dei giovani ricercatori che il premio Nobel per la Fisica, Giorgio Parisi, vorrebbe che rimanesse in Italia per sostenere, attraverso la ricerca, la crescita del Paese.

Purtroppo, Damiano Barone, ha trovato le porte spalancate per le sue ricerche, in Inghilterra, presso l’Università di Cambridge che adesso viene gratificata da quanto messo a punto dal giovane ricercatore calabrese. 

Un minuscolo impianto gonfiabile che può essere iniettato nella colonna vertebrale e che potrebbe fornire sollievo a lungo termine dal dolore cronico. È questo lo studio a cui sta ancora lavorando il calabrese Damiano Barone, originario di Cerchiara di Calabria, che si impone all’attenzione mondiale per essere uno dei ricercatori di successo che il Nobel Giorgio Parisi, definisce “cervelli” di vitale importanza per l’Italia ma che trovano nel nostro Paese porte chiuse per ricercare tecnologie e farmaci che migliorerebbero la qualità della vita sul Pianeta.

Dalle notizie forniteci dallo zio, generale Tommaso Barone, l’impianto che sta mettendo a punto Damiano    funziona emettendo cariche elettriche che segnalano al cervello di smettere di percepire il dolore. Ma è lo stesso scienziato a spiegare che “La stimolazione del midollo spinale per controllare il dolore cronico nel corpo, nelle braccia o nelle gambe non è una novità, ma la sua efficacia è stata ostacolata da problemi di praticità; affinché tali dispositivi funzionino bene, devono avere fino a 32 elettrodi che si avvinghiano al midollo spinale”.

Nella prosecuzione della spiegazione, il professore Barone evidenzia che “ciò richiede un impianto relativamente grande, largo circa 12 millimetri, che necessita di un intervento chirurgico complesso in anestesia generale”.

“Intervento – aggiunge -, che comporta anche rischi, come danni al midollo spinale e comporta la rimozione di parte della colonna vertebrale, fattori che potrebbero superare i benefici di un tale impianto”. Da qui, la ricerca di Damiano Barone e dei suoi colleghi che hanno sviluppato un dispositivo gonfiabile che richiederebbe solo un intervento chirurgico minimo in anestesia locale. È fatto di plastica ultrasottile e fogli di oro puro, che si arrotolano fino a uno spessore inferiore a 2 millimetri, così piccolo che può stare dentro un ago di dimensioni moderate. È progettato per essere iniettato nello spazio epidurale – una regione intorno al midollo spinale che è presa di mira dagli anestesisti per le persone in travaglio – quindi srotolato e riempito quando viene pompato con pochi millilitri d’aria, come un minuscolo materasso da campeggio. Potrebbe essere alimentato da una batteria impiantata e caricato tramite induzione, come la ricarica wireless di uno smartphone.

I ricercatori hanno testato il loro dispositivo utilizzando un palloncino d’acqua per fungere da spazio epidurale artificiale. Poi Barone, un neurochirurgo, si è esercitato a iniettare il dispositivo attraverso un ago nella parte bassa della schiena di sei cadaveri umani. È stato facile da impiantare e srotolare completamente, adattandosi al midollo spinale.

Il team stima che i rischi sarebbero simili a quelli associati al sollievo dal dolore epidurale per le persone in travaglio, circa un rischio di 1 su 100.000 di complicanze come un coagulo di sangue. “Anche al suo diametro massimo sembra ancora più sicuro di quello che è già là fuori, il che è già abbastanza sicuro”, afferma Damiano Barone, aggiungendo che sono necessari ulteriori test.

Share
Stefano Mandarano

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE