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IN un volo d’aereo destinazione Buenos Aires, la morte sta per colpire un passeggero che sta a bordo. Sembra quasi più vicina la destinazione finale del malcapitato. Un ginecologo materano, dott. Vito Donnola, ghermisce a volo la vita e riesce a riportare l’argentino Paco tra gli esseri viventi. Sembra una storia di avventura, invece è la cronaca di un normale volo aereo Roma Buenos Aires. Quattrocento passeggeri vengono turbati e rapiti alla loro sonnolenza serale dal tonfo di un passeggero, Paco, tra i sedili dell’aereo.
Steso a terra, esanime, bianco nel volto e nelle mucose. Non ha polso, diabetico e cardiopatico. Sembra ormai in fin di vita.
I passeggeri si accalcano e tolgono spazio e respiro al malcapitato. Un omaccione, marito dell’infermiera argentina Mirta che aiuterà il dottore nel suo intervento disperato, tiene lontano tutti con il suo corpo immenso. Paco era rannicchiato in mezzo ai piedi delle persone.
Non c’è spazio per il massaggio cardiaco, a disposizione solo un metro per due. Confusione, smanicamento e grido disperato “Fuera” del dottore per allontanare i curiosi, moglie Mary in pianto disperato, concitati comandi di richiesta di medicinali ed attrezzature e veloci piroette di hostess nel porgere le preziose cassette di attrezzature e medicinali chiusi con lucchetti anonimi.
Sembra una scena tragica ma si colora anche di comicità per i risvolti delle modalità dell’intervento medico. Il deus ex machina è il dott. Vito Donnola che solleva le gambe del paziente in uno spazio limitato tra un sedile e l’altro.
Non si riesce a prendere la vena. La via infusiva appare l’unica salvezza.
La brava infermiera finalmente infila l’ago in vena.
Si cercano affannosamente cerotti per fissare il flacone di fisiologica appoggiato al maniglione dell’uscita di sicurezza. Viene sparata una fiala di cortisone 500 mg in vena e dopamina da 250 mg. Il glucometro viene fuori dai passeggeri in seguito all’annuncio dello stuart.
Si sceglie la vita all’innalzamento della pressione arteriosa in seguito a cortisone in un soggetto diabetico. Una vera liberazione si diffonde sul volto del ginecologo e dell’infermiera quando sentono il rantolo improvviso annunciante la vita.
L’hostess annuncia al dottore che il capitano vuole parlargli. Si apre una porta blindata e quest’ultimo chiede sul da fare: sbarcare a Dakkar tra un’ora oppure continuare, senza ritorno, per il Brasile. L’atterraggio richiede lo svuotamento delle riserve di quaranta tonnellate di carburante per il valore di 40.000 dollari.
Il ginecologo materano assurge a vero eroe della situazione: sfida la morte, comanda di proseguire, crede in una positiva conclusione e con l’animo tremebondo lancia il suo grido di vittoria in un momento esaltante della sua carriera.
Ha recuperato una vita ed ha fatto risparmiare alla compagnia una somma ingente, ha rasserenato la moglie, l’equipaggio ed i passeggeri.
matera@luedi.it
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