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«UN GRAVE errore, un’occasione persa per dimostrarsi dalla parte dei cittadini». Erano stati cinque qualche settimana fa i consiglieri comunali che avevano invitato il sindaco Adduce a non fare ricorso al Tar e a mostrarsi dalla parte dei cittadini e non dell’imprenditore.

Angelo Cotugno, Angelo Lapolla, Michele Lamacchia, Michele Paterino e Enzo Massari avevano parlato di una «conciliazione tra il sindaco e la sua maggioranza evitando di fare ricorso al Tar al fianco dell’impresa ma prendendo le parti dei cittadini e del Consiglio».

Una richiesta avanzata ad Adduce subito dopo la sentenza del Tribunale Amministrativo che non ha avuto seguito visto che il Comune e il primo cittadino hanno deciso di presentare ricorso al Consiglio di Stato. La volontà era quella di «sanare il vulnus venutosi a creare nei rapporti tra giunta e Consiglio dopo la decisione del Tar che di fatto ha smentito l’Amministrazione ed ha dato ragione a quella mozione consiliare che sottolineava la necessità di approvare in Consiglio comunale il permesso a costruire del Mulino Alvino».

Oggi a tornare all’attacco proprio sulla scorta di quella richiesta è Angelo Cotugno che ricorda: «avevamo chiesto al sindaco di stare dalla parte dei cittadini ma ha preferito di fatto non ascoltarci. Capisco che significava praticamente dare torto al dirigente ma questo è un grave errore che vuol dire insistere nelle scelte fatte senza aprire di fatto un vero ed ampio ragionamento sul Mulino Alvino che pure ci dovrebbe essere anche perchè si parla della necessità di una rigenerazione urbana che è importante per diverse zone della città. Un argomento che ci trascineremo fino alla campagna elettorale? Mi pare inevitabile visto che le cose che erano previste dal programma e che vanno dal piano strutturale al regolamento urbanistico non sono state affrontate e che su molte questioni non si riesce a dare su questi temi un’impronta che va nella direzione che era stata sottolineata».

L’urbanistica ed il Mulino Alvino diventeranno dunque una questione che sarà argomento di confronto e di risoluzione nei prossimi mesi e probabilmente molto a ridosso del prossimo appuntamento elettorale mantenendo viva soprattutto nella città di Matera la questione e il futuro di un punto di riferimento così importante per la città di Matera.

Interessante è oggi rileggere le parole dei cinque consiglieri comunali di qualche settimana fa alla luce del ricorso, oggi deciso da Adduce.

 ««Speriamo sinceramente che il Sindaco, abbandonando la sua discutibile autorialità, voglia accettare con responsabilità e spirito di servizio queste coordinate politiche e amministrative, che gli vengono prospettate come una possibile e dignitosa via d’uscita da questo pasticcio e che gli consenta di completare agevolmente il suo mandato permettendo un più sereno e proficuo dibattito sia sul “Mulino Alvino”, che sul recupero dell’area Ex Barilla, sulla riqualificazione dei quartieri degradati (Cappuccini, Piccianello, San Pardo…), sui Sassi e sulla candidatura a Capitale Europea della cultura 2019».

 «Al Sindaco chiediamo di comprendere e farsene una ragione.

La sentenza del Tar si è espressa, prima ancora che sul merito, sulla illegittimità della procedura adottata e sulla lesione di sovranità che i funzionari comunali hanno prodotto alla massima Assise Cittadina, che è il Consiglio Comunale».

Insomma una distanza certificata dalle parole messe in campo e dalle scelte che dissonano in questo particolare momento e che certo non sembrano andare in un’unica direzione.

Il dibattito delle prossime settimane sui temi urbanistici rischia, inevitabilmente di risentire di questo tipo di spaccatura ed al di là delle singole posizioni fa emergere evidentemente la distanza già più volte registrata tra l’Amministrazione ed il Consiglio comunale.

p.quarto@luedi.it

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