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“I PRATI SONO IN fiore….” cantava qualche secolo fa Nicola Di Bari. A Poggio Tre Galli i prati sono più che altro incolti e abbandnati. L’amara realtà del Parco dell’Europa Unita è sotto gli occhi di tutti. Per la verità, un mesetto fa qualche operaio manutentore (dell’Acta, che dispone meglio del Comune dei propri soldi da spendere per il pubblico) ha fatto capolino nell’area dell’anfiteatro e ha cominciato nell’opera di rasatura. Poi, lo stop ai lavori. Nulla è stato più fatto e l’erba ha iniziato a crescere a dismisura trasformando una delle aree più frequentate della città in una vera e propria giungla a cielo aperto. Ce ne sono di tutti i tipi di erbe, nello stesso modo in cui si trova un ricettacolo di insetti che non rendono giustizia a quello che viene indicato come un polmone verde della città. Tra le altre cose nello spazio destinato ai giochi dei bambini (ed anche qui sul degrado potrebbe aprirsi un nuovo infausto capitolo) è stata inghiottita dalle graminacee l’unica area dove i piccoli potevano tirare calci a un pallone.
Per di più, girando, ci si rende conto che alcuni inquilini di qualche cooperativa hanno pensato bene di curare a spese loo lo spazio antistante il proprio palazzo. Piccole oasi di verde e colori che si disperdono però nelle erbacce che la fanno da padrone.
E nei giorni scorsi c’è stato anche il tentativo di un’associazione potentina (“Le artegiane lucane”) di “riappropriarsi del verde pubblico” inseminando il terreno con fiori e nuove piantine, nella speranza che potesse essere piacevole l’impatto con il resto del parco. Tentativo andato a vuoto.
La risposta è arrivata dall’amministrazione. L’architetto Giancarlo Grano responsabile del settore ha promesso una rapida soluzione della vicenda, dopo l’incontro di giovedì tra Comune, Acta e Provincia (per i cantieri di forestazione). Per il momento, e senza un bilancio approvato, soldi da spendere non ce ne sono e “I prati non sono in fiore….”
a.pecoraro@luedi.it
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